Parlare
di Trinità non è ridurre Dio a una questione di numeri e nemmeno parlare di una
elaborata dottrina impossibile ad essere compresa. E’ piuttosto parlare di
un’esperienza, di una storia: la storia stessa di Dio. Un Dio che non solo è
origine, guida e fine di tutto, ma nella storia si è manifestato e si è fatto
conoscere in tutta la sua bellezza e grandezza.
Parlare
e celebrare la Trinità è quindi narrare e celebrare un’esperienza concreta: il
nostro scoprirci amati da Lui e avvolti da sempre e per sempre nel suo
abbraccio di vita.
Questa
esperienza, questa storia dell’amore di Dio che oggi celebriamo è quanto durante
tutto l’anno, durante i vari tempi liturgici, dall’avvento alla Pasqua, abbiamo
vissuto e sperimentato; la chiesa riassume tutto ciò in quest’unica festa sotto
il nome della santa Trinità, quasi per sintetizzare il grande mistero di Dio,
della sua vita e insieme celebrarlo e lodarlo.
Trinità
è il termine con il quale diciamo tutto l’immenso e smisurato amore di un Dio
che dentro la storia ci ha sussurrato qualcosa di sé stesso, della sua vita
perché lo abbiamo a conoscere e a incontrare.
Con
la parola Trinità diciamo innanzitutto che Dio è un Dio in movimento; un
movimento che lo spinge a uscire, a manifestarsi, a farsi vicino e presente tra
l’umanità stessa.
Già
Mosè lo percepisce come il Dio che ‘scende’ e si ‘ferma’ in mezzo al popolo: “scese nella nube, si fermò presso di lui”;
un “Dio misericordioso e pietoso, lento
all’ira e ricco di amore e fedeltà”. Questa manifestazione paterna di Dio,
che perdona, ama, guida il suo popolo, trova poi in Gesù la sua piena
rivelazione: “Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito” afferma Gesù stesso. Un Figlio “mandato non per condannare il mondo, ma
perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui”. E questo amore non fa altro
che espandersi dopo la Pasqua attraverso lo Spirito del Padre e del Figlio
effuso sui discepoli e sull’intera umanità.
Un
Dio in uscita dunque. Un’uscire per amare, per riversare su tutti noi un amore
che è sorgente di vita, di misericordia, di pace e di comunione.
Sì
perché lo scopo di questo ‘uscire’ di Dio, del suo venire verso noi, è il farci
dono della sua vita, il farci entrare in una relazione profonda di comunione e
di amore fino a diventare uno in Lui.
Dio
esce verso di noi per far entrare noi in comunione con Lui: un amore di
comunione dunque che vuole abbracciare l’umanità intera, la storia tutta.
Nella
Trinità si svela così il volto stesso di Dio e ci viene indicato verso quale ‘destino’,
o meglio ‘progetto’, la storia tutta è in cammino: un progetto di comunione, di
pace, di convivialità; che altro non è che partecipare alla vita stessa di Dio.
Il
Padre, il Figlio e lo Spirito sono una comunione d’amore così forte dove le
differenze sono armonizzate nella convivialità e sono ricchezza che fonda la
comunione stessa.
Ecco
allora che nella Trinità ci è mostrato cioè che l’umanità tutta e in
particolare la Chiesa è chiamata ad essere.
A
immagine della Trinità la chiesa deve vivere un amore che sappia armonizzare
ogni differenza nella comunione profonda e diventare così chiesa in uscita,
come Dio, per portare questo amore che dona pace e fraternità nel mondo. In
uscita per costruire comunione: dentro le famiglie, nei paesi, nella società,
tra i popoli.
Dalla
Trinità esce un modello di vita, un progetto di come costruire la storia
stessa, le relazioni tra le persone.
Guardando
alla Trinità, alla vita stessa di Dio, siamo chiamati a imparare ad accogliere
ogni differenza nell’abbraccio dell’amore che fonde tutto in armonia e
comunione.
E’
una strada indubbiamente non facile; è una sfida che noi cristiani per primi
siamo chiamati ad affrontare.
La
Trinità ci parla della storia di Dio e della nostra storia chiamata a
costruirsi a Sua immagine: in una comunione capace di generare pace e armonia.
In
questa sfida, che ogni giorno sperimentiamo non facile, abbiamo la
consapevolezza che Lui opera e agisce in noi e in tutti: ogni uomo e donna
porta in sé l’impronta della Trinità, è il nostro dna comune. Ed è proprio questo suo essere accanto e dentro noi nel
cammino che ci dà forza e coraggio. E’ l’invito che Paolo rivolgeva ai Corinti
e che oggi risuona per noi: “Siate
gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda abbiate gli stessi
sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. La
grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito
Santo – la vita della Trinità stessa – siano con tutti voi”.
Lodiamo, preghiamo, guardiamo alla Trinità per
scoprirci ogni giorno immersi nel suo amore e costruire insieme relazioni
sempre più improntate alla comunione, all’armonia, alla pace.
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