Ed è questa la bella notizia che la Parola
oggi annuncia.
La paura è troppe volte nostra compagna di
viaggio.
Senza che ce ne accorgiamo essa blocca al
vita: paralizza, impedisce di agire, di decidere, di vivere. La paura crea
sospetto, costruisce muri, inquina le nostre relazioni.
E’ la paura ad esempio che ci impedisce di
vedere gli altri per quello che sono realmente: la paura dello straniero, del
diverso, genera ‘nemici’, antagonisti; crea pregiudizi, incomprensioni, violenze.
Dobbiamo imparare a dare un nome alle
nostre paure per affrontarle. Ci sono paure che vengono dall’esterno e altre
che invece sono dentro di noi. Tutte ci impediscono di vivere serenamente e
bene.
Gesù ci invita a discernere tra chi genera
paure che toccano la nostra vita fisica e chi invece arriva a uccidere l’anima,
il senso profondo della vita stessa. La sciagura più grave è la seconda. Se il
perdere la vita ci sembra il male estremo, il perdere la propria anima va
oltre, perché è il perdere il senso ultimo del vivere e del morire.
Gesù ci invita infine a riconoscere che per
paura possiamo arrivare anche a rinnegarlo davanti agli uomini, a non avere il
coraggio di rendere testimonianza a Lui e al Vangelo.
Così era anche per i primi discepoli, nelle
prime comunità cristiane davanti alle sfide del tempo e alle prime persecuzioni
Gesù non è però venuto per giudicarci e
condannarci bensì a incoraggiarci: non
abbiate paura… E lo ripete con insistenza.
E’ come un ritornello che torna non solo
nei vangeli, ma ancor prima in tutta la Bibbia.
La prima lettura e il brano di vangelo
fanno affiorare alcune paure: la persecuzione, l’incomprensione, il rifiuto….
Ma ci mettono anche nella prospettiva di
individuarne il rimedio, di capire cosa può sconfiggere la paura.
Se la paura è un veleno che ci paralizza,
l’antidoto che la vince e che ci permette di vivere con coraggio e speranza si
chiama fede.
La fede è il contrario della paura. Dove
c’è la vera fede non può abitare la paura. Ma “a molti credenti manca solo la vera fede” dicevano i Padri del
deserto. Quale vera fede? Certo quella in Dio! Sì, ma in che Dio? A volte
rischiamo di avere un’immagine di Dio che suscita Lui stesso paura, sgomento,
che ci mette in continuo stato di apprensione…
La nostra fede è nel Dio che Gesù ci ha
rivelato.
Il Padre che si prende cura dei passeri del
cielo e perfino dei capelli del nostro capo. Quel Padre che vede in ciascuno di
noi un figlio suo, un figlio amato e che non abbandona nessuno in balia della
morte. Non abbiate paura dunque, voi
valete di più…: è una dichiarazione d’amore: ai miei occhi tu vali, voi
valete!.
E’ invito a vivere l’oggi, il presente con
fiducia e coraggio.
La paura abita nel passato e genera sensi
di colpa; avvolge il futuro e crea ansia e incertezza. Solo il presente è lo
spazio dove non abita la paura, ma Dio. Dio è il Dio dell’oggi, dell’adesso:
oggi, ora, sono qui per tenerti nelle mie mani: ai miei occhi tu sei prezioso!
Già il profeta l’aveva intuito così da
poter dire “Il Signore è al mio fianco… A
te ho affidato la mia causa”.
Questa fede-certezza che siamo sempre nelle
sua buone mani diventa allora la sorgente di nuove scelte e nuove relazioni.
La scelta di vivere fino in fondo il
Vangelo e di testimoniarlo nonostante tutto. E’ un coraggio che dobbiamo
ritrovare oggi. Un coraggio che non chiede chissà quali gesti eclatanti, ma il
vivere il quotidiano alla luce della Parola di Dio, in tutto ciò che facciamo
in ogni occasione della nostra giornata. Il coraggio di dire apertamente nella
luce, quello che ascoltiamo all’orecchio…
D.Milani, d.Mazzolari, che il Papa ha
voluto ricordare venendo a pregare sulla loro tomba in questa settimana, sono
stati due, tra i tanti, che non si sono lasciati bloccare dalla paura, nemmeno
dalla paura del giudizio degli altri, della chiesa stessa, vivendo ogni giorno
il vangelo fino in fondo.
La vera fede poi ci apre a nuove relazioni,
dove non è più la paura a condizionare i nostri rapporti, ma quel nuovo sguardo
che ci rende capaci di vedere, proprio grazie alla fede, che ogni uomo e donna
sono figli dello stesso Padre, che siamo fratelli, chiamati a costruire una
umanità giusta, pacifica, fraterna, libera dalla paura che genera odio e
violenza.
Non
abbiate paura:
ricordiamoci di questa parola di Gesù.
Viviamo la nostra fede come relazione d’amore con il
Padre e troveremo così coraggio e forza per essere testimoni del suo amore tra
tutti e anche in mezzo a contrasti, incomprensioni e prove saperlo riconoscere
davanti agli uomini certi che anche Lui ci riconoscerà davanti al Padre che è
nei cieli.
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