Gesù è un rivoluzionario, veramente.
E non tanto perché rovescia i tavoli e scaccia i mercanti dal tempio, quanto piuttosto perché va oltre il tempio, lo supera, facendo di sé stesso il nuovo e vero tempio, il luogo dove incontrare e adorare Dio: “parlava del tempio del suo corpo”.
Ecco la vera rivoluzione che troverà conferma con la sua risurrezione dopo i tre giorni della ‘distruzione’, della morte.
Una novità che Gesù stesso annuncia, dopo questo episodio, nell’incontro con la Samaritana quando alla domanda su dove adorare Dio, se a Gerusalemme o sul monte (Garizim), Gesù risponde affermando: “Viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”.
Ma allora viene da chiederci: che senso hanno i templi, le chiese, le basiliche?
Le chiese di mattoni, come la prima chiesa che oggi ricordiamo quella del Laterano, hanno senso nella misura in cui aiutano, facilitano l’incontro con quel tempio vivo che è Gesù.
Gesù stesso ci fa comprendere che resta il tempio come luogo. Lui stesso lo frequenta, anzi lo difende “Lo zelo per la tua casa mi divorerà”. Tuttavia deve essere veramente spazio di preghiera e di incontro con Dio. Se così non fosse rischia di diventare mercato delle nostre iniziative, cerimonie, feste e quant’altro.
Il nostro radunarci in chiesa allora ritrova il suo vero significato.
Qui veniamo perché sappiamo che possiamo attingere a quell’acqua viva che il profeta descrive nella 1 lettura. Acqua apportatrice di vita, di fecondità, di guarigione che rende anche noi canali dispensatori di questo dono di grazie a favore dell’umanità tutta. Quell’acqua che è lo Spirito di Dio riversato in noi proprio attraverso l’acqua del Battesimo.
In questi luoghi noi siamo chiamati a diventare, come ci ha detto Paolo (2 lett.) “edificio di Dio” perché qui noi costruiamo la nostra vita su quel “fondamento che è Gesù Cristo”, nutriti dalla sua Parola e dal suo pane di vita che ci edifica in un solo corpo con lui e tra noi, lasciando che “lo Spirito di Dio che abita in noi” ci guidi nel nostro cammino.
Tempio di Dio siamo noi, è la carne dell'uomo ci ricorda Gesù. Tutto il resto è decorativo. Tempio santo di Dio è il povero, il piccolo, l’emarginato. Tempio santo di Dio ogni uomo e donna che vivono in questo santuario che è l’umanità intera e il creato. (Leone XIV in Dilexit te).
C'è grazia, presenza di Dio in ogni essere. Passiamo allora dalla grazia dei muri alla grazia dei volti, alla santità dei volti.
Di questi luoghi fisici, delle chiese, abbiamo bisogno certo per diventare sempre più il corpo di Cristo la sua chiesa/comunità. Quella chiesa di Cristo, che lo sa riconoscere in ogni corpo, in ogni umana creatura anche la più piccola e fragile, e che continua a renderlo presente nel mondo con la testimonianza di una vita secondo il vangelo, sotto la guida dello Spirito che rende capaci di vivere in comunione e fraternità.
Così il mondo intero diventa “tempio santo” e noi ogni giorno ci accorgeremmo che stiamo camminando in un’unica grande cattedrale, la cattedrale del creato, dove riconoscerci fratelli e sorelle, chiamati a camminare insieme nella pace.

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