sabato 12 aprile 2025

"Luci di speranza" - Domenica delle palme e di passione.

 

Un racconto sempre attuale, ieri come oggi quello della passione di Cristo.

Ingiustizia, violenza e odio che schiacciano innocenti e piccoli.

Istituzioni politiche e religiose che opprimono chi non corrisponde ai parametri della società.

Un orizzonte di paura, di buio che la violenza continua a generare ripetutamente.

Ancora oggi, se non siamo indifferenti, ci sentiamo immersi in questo orizzonte.

 

Tuttavia il racconto della Passione di Cristo, che sta quasi come archetipo di ogni situazione di passione e di morte, ci invita a saper vedere, a cogliere dentro la notte del male, piccole luci di speranza, che il male non riuscirà mai a spegnere, anzi che alla fine saranno più forti di ogni notte.

Forse ci sono sfuggite coinvolti nel seguire la malvagità degli uomini contro Gesù o così abituati a vedere solo il negativo…

 

Proviamo a rileggere il racconto andando invece a riconoscere tutto ciò che di bene e di positivo c’è dentro le pieghe del male.

·       La gioia conviviale di una cena tra amici,

·       lo stare insieme con lo stile del servizio: “Chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve”,

·       il guarire la ferita provocata da una spada,

·       il non reagire alle provocazioni rimanendo miti e non violenti,

·       una moltitudine di popolo e di donne che condividono il dolore e la sofferenza,

·       il perdono offerto al nemico e al ladrone,

·       l’affidamento al Padre fino alla consegna dello Spirito…

 

Queste e altre luci che brillano in mezzo alla marea di male e di odio, luci che alla fine avranno il sopravvento, fino a diventare luce sfolgorante.

 

Luci che svelano il volto vero di Dio e la strada che noi umanità dolorante siamo invitati a percorrere per uscire dalle tenebre del male e portare dentro la storia di oggi la concreta speranza della pace che fiorisce da queste piccole luci che brillano anche oggi nella nostra storia di ogni giorno e che sta a noi scoprire, vedere, accendere.

 

Seguiamo Gesù non solo per condividerne il dolore e la passione ma soprattutto per imparare da lui mite e umile di cuore la vera arte dell’amore che può generare relazioni nuove, scelte di pace.

 

L’ulivo quest’anno sia ancor più richiamo a questa strada di non violenza e mitezza che ha la forza di costruire pace a partire dalle nostre relazioni, nelle nostre famiglie.

Non sia oggetto di superstizione, ma segno di impegno concreto per essere, ciascuno di noi, nel buio del male che ci avvolge, piccola luce che splende e apre a un orizzonte di speranza.


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