Dio è uno ma plurale. Gesù nel vangelo ci parla di un Dio plurale: parla di sé, del Padre, dello Spirito. Una sola armonica comunione di persone.
Un Dio relazione che proprio attraverso l’opera dello Spirito “guida” anche noi affinché entriamo in relazione con loro: “Lo Spirito vi guiderà… prenderà del mio e ve lo annuncerà… tutto quello che il Padre possiede è mio..”
Paolo nella 2 lett. afferma che lo Spirito riversa nei nostri cuori l’amore di Dio, così che siamo da Lui abitati.
Trinità è il termine che la chiesa da sempre ha usato per indicare un Dio che non sta solitario e lontano, ma è amore che si comunica, che entra in relazione con noi, con l’umanità tutta. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica”.
Credere in Dio è per noi cristiani credere nell’Amore sorgente e fine di tutto: “Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà”.
La Trinità non è solo principio e fine della nostra vita, ma anche modello a cui ispirare la nostra esistenza.
Credere in Dio è riconoscere che noi siamo stati pensati, creati a Sua immagine (Salmo: che cosa è l’uomo? L’hai fatto poco meno di un Dio). Benedetto XVI: “La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati”.
La fede in Dio Trinità diventa allora imparare da Lui ad amare.
In Dio, Padre, Figlio e Spirito vediamo realmente cosa significa amare veramente.
Vediamo un amore che non si chiude su sé stesso, che non si impone sull’altro, che non esclude il diverso, che si espande e si dona in perdita, gratuitamente: così è l’amore tra Padre Figlio e Spirito.
Ecco perché la Trinità può e deve diventare modello per le nostre relazioni.
“Il pensiero, l’ammirazione e la lode della Santissima Trinità, fonda e sostiene l’impegno concreto di ispirarci a tale modello perfetto di comunione nell’amore per costruire le nostre relazioni umane di ogni giorno. La Trinità è veramente comunione perfetta! Come cambierebbe il mondo se nelle famiglie, nelle parrocchie e in ogni altra comunità i rapporti fossero vissuti seguendo sempre l’esempio delle tre Persone divine” (Benedetto XVI).
Trinità dunque non mistero inspiegabile, ma progetto di vita, progetto di relazioni; in essa possiamo vedere il progetto di come edificare la società stessa.
In essa comprendiamo che la diversità è ricchezza e attraverso il dialogo genera armonia, comunione, unità.
Lì percepiamo che il donarsi è lo specifico del vero amore; quel donarsi che chiede accoglienza dell’altro, apertura, espansione.
Comprendiamo che le persone della Trinità “ognuna vive non solo con l’altra, ma per l’altra e nell’altra!”; solo così possono nascere relazioni profonde, nuove, capaci di rinnovare le nostre famiglie, le nostre comunità.
Credere in Dio Amore chiede allora a noi cristiani di lasciarci conformare al suo stesso Amore e manifestarlo, diffonderlo attraverso una vita capace di relazioni autentiche e aperte con tutti per costruire – con tutta la fatica del caso – una storia più fraterna e pacifica.