“Designò altri settantadue e li inviò…
Andate: ecco vi mando…”. Il numero
settantadue è simbolico: indica la totalità (nella Bibbia indicava tutte le
nazioni della terra). Vuole dire che tutti i discepoli sono chiamati ad andare
da tutti.
Noi
cristiani oggi siamo allora invitati a ripensare al nostro essere inviati, mandati.
Dove? “in
ogni città e luogo” dice il vangelo.
Mandati dentro la società, dentro le relazioni quotidiane.
Il
Concilio Vaticano II aveva ribadito con chiarezza che il mondo è lo spazio dove
i cristiani sono chiamati a testimoniare il vangelo di Gesù e a collaborare per
la crescita del Regno di Dio. Oggi, in questi nostri tempi complessi, occorre
il coraggio di ripensare a questa nostra presenza e anche a rielaborarla per
una maggiore fedeltà al vangelo.
E’
quanto la Parola oggi ci suggerisce.
Innanzitutto
ricordandoci lo scopo ben preciso di questo essere mandati: “lì inviò davanti a sé”; preparare la
strada a Gesù, fare strada a Gesù e non a noi stessi, alle nostre idee, ai
nostri progetti… Nella società dunque perché Cristo, il suo Vangelo, il regno
di Dio arrivino a toccare e interrogare la vita di ogni uomo. Occorre che
sentiamo tutta l’urgenza, la necessità di questo andare verso l’altro.
Tuttavia
occorre anche che ci interroghiamo su “come” attuare questa presenza dentro il
mondo.
La
risposta risulta immediata e chiara: come Gesù, con lo stesso stile e
atteggiamento con cui Gesù è stato dentro la storia del suo tempo. Come Gesù,
perché è Lui che dobbiamo portare.
Certo
i tempi oggi sono diversi, ma non cambiano le modalità che nella pagina del
vangelo di oggi vengono proposte ai discepoli di allora e di sempre
Innanzitutto
occorre avere, come Gesù, uno sguardo positivo. “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai”. Noi subito
pensiamo: siamo pochi, non ci sono più preti… sguardo negativo! Invece Gesù
dice: guarda alla messe abbondante, guarda a frutti di bene che già stanno
maturando, che già ci sono… E’ lo sguardo positivo che sa cogliere, ovunque,
tutto ciò che già di buono e di bene sta maturando nei solchi della storia e
per questo non sta con le mani in mano.
Questo
sguardo deve poi essere accompagnato da un atteggiamento di liberta dalle cose,
da sicurezze umane, dal possesso (“non
portate…”) e di mitezza, senza arroganza e violenza (“come agnelli in mezzo a lupi”).
Solo
così potremo offrire a chi incontriamo la pace (“Pace a questa casa”). Quella pace che nasce dalle relazioni
domestiche, dal contatto quotidiano con chi incontriamo, che si costruisce
nella semplicità dei gesti e delle parole che ogni giorno sappiamo seminare
accanto a noi, parole e gesti di bontà, perdono, accoglienza...
Ecco
allora che anche l’annuncio che ci è affidato sarà credibile: “Dite loro: ‘E’ vicino a voi il regno di
Dio”. La presenza di Dio è vicina. Dio è in mezzo a noi. Questo è il motivo
del nostro andare: portare la Sua presenza, la Sua vicinanza d’amore che ha la
forza di guarire, liberare dal male, di far nascere relazioni nuove di pace e
di fraternità.
Per
questo Gesù invia “a due a due”:
quasi per anticipare quella fraternità che nasce dalla sua presenza. Costruire
nuove relazioni fondate sull’amore fraterno.
E’
l’annuncio dell’amore di Dio che ci è vicino: così come proclamava il profeta
nella prima lettura: “sarete allattati,
vi sazierete, succhierete, sarete portati in braccio e sulle ginocchia accarezzati…
sarete consolati”.
Ecco
cosa fa la vicinanza di Dio. Ecco in cosa consiste il Regno di Dio e a cosa è
chiamata la chiesa che è la nuova Gerusalemme: “In Gerusalemme sarete consolati”; comunità che offrono
consolazione, nutrimento spirituale, sostegno.
Tutto
ciò da compiersi con coraggio e con umiltà. Nostro vanto, come dice Paolo nella
2 lettura, non sarà certo il fatto che “anche i demoni si sottomettono a noi”, il successo di ciò che facciamo, ma
piuttosto la certezza che l’annuncio della vicinanza di Dio ci tocca in prima
persona, ci rende ”nuova creatura” in
Gesù, così che “i nostri nomi sono
scritti nei cieli”, nel cuore stesso di Dio che mai ci abbandona.
Nessun commento:
Posta un commento