Ci sono due verbi che ritornano nel vangelo
di oggi: guardare e osservare. Potremmo definirli i verbi del discernimento,
così necessari per la nostra vita cristiana e per il cammino sinodale che
stiamo compiendo come chiesa diocesana. Un guardare e osservare che portano poi
a un fine: scegliere, decidersi.
Così è nel brano ascoltato: il guardare
diventa un “guardatevi”, fate
attenzione a…; e l’osservare diventa invito a imitare, fate così, come lei…
Gesù guardando e osservando discerne quale
debba essere l’atteggiamento autentico del discepolo e quello che invece deve
essere rigettato, l’atteggiamento degli scribi.
Applicare questo criterio al nostro modo di
vivere la fede sia personale che comunitaria, al nostro modo di essere
discepoli oggi, porta a riconoscere che occorre guardarci da una vita cristiana
fatta solo di esteriorità, ricerca di ammirazione, insomma da una religiosità
apparente e slegata dalla vita concreta, dall’attenzione agli altri, dalla
capacità di servire e amare. Porta soprattutto a riconoscere che essere
discepoli di Gesù chiede di saper donare tutto noi stessi, senza clamore né
ricerca di riconoscimenti, a partire dal poco che abbiamo e siamo, dai piccoli
gesti a volte così nascosti e silenziosi che nessuno nota, come il gesto della
vedova povera. In essa è delineata la figura del discepolo, della chiesa, anzi
la stessa figura di Gesù che è venuto per dare tutto se stesso per noi.
E l’episodio ci ricorda quanto preziosi
sono agli occhi di Dio quelli che, in mezzo a noi, sanno farsi dono, regalando
vita quotidianamente, con mille gesti non visti da nessuno, gesti di cura, di
attenzione, rivolti ai genitori o ai figli o a chi è nella necessità.
Tuttavia possiamo applicare la parola del
vangelo anche ad altri ambiti della vita. Oggi si celebra la giornata del
ringraziamento per i doni del creato. Anche qui è possibile guardare, osservare
per poi scegliere, decidersi. Se guardiamo e osserviamo vediamo da una parte la
bellezza del creato, i doni che ci offre, ma dall’altra anche lo sfruttamento
della creazione, l’incuria, il degrado, che porta a danni e a rischi futuri per
l’intera umanità. Ecco allora che discernimento significa riconoscere che
occorre lavorare per una creazione degna dell’uomo, proprio a partire dai
piccoli gesti quotidiani, dalle scelte più semplici che ci devono portare al
rispetto della natura, alla condivisione delle risorse, all’evitare lo spreco,
e così via…
Un altro ambito dove mettere in atto il
discernimento è oggi quello della vita sociale che tutti ci coinvolge e tutti
chiama in gioco. In particolare la comunicazione delle notizie, dei fatti,
degli eventi. Se si guarda e si osserva si nota che prevale sempre più una
logica fatta di menzogna e falsità, di ricerca di interessi personali, a
scapito della verità. Tale modo di interpretare la realtà porta a
semplificazioni e superficialità e impedisce di cogliere la realtà dei fatti e
di vedere il tanto bene spesso nascosto e silenzioso che tanti, ogni giorno,
mettendo tempo, risorse e capacità a servizio degli altri, operano; inoltre si
corre il rischio di essere manipolati fino a non pensare più con la propria
testa. Da questo guardare e osservare dovrebbe nascere in noi un desiderio di
maggiore capacità critica verso quanto succede ogni giorno, imparando ad
esempio a selezionare tra le varie fonti di informazione che oggi ci
sommergono. Come cristiani abbiamo la fortuna di essere aiutati in questo
lavoro attraverso strumenti che purtroppo o non conosciamo o non valorizziamo a
sufficienza. La giornata del Settimanale Diocesano che oggi viviamo in Diocesi
vuole proprio richiamare a tutti noi questo strumento, non certo unico, ma
utile per avere una visione più giusta, vera, positiva della vita. Non è un invito
commerciale… ma invito a farci aiutare da strumenti idonei e imparziali per
imparare a discernere la verità dentro i fatti della vita e anche per sostenere
la nostra fede sentendoci partecipi del cammino della nostra chiesa locale.
Queste dunque alcune applicazioni oggi il
vangelo ci suggerisce.
Guardare, osservare per scegliere e
decidere, alla luce dello Spirito di Cristo e della Sua Parola che ci rende
capaci di vedere oltre l’apparenza, per arrivare al cuore dei fatti e delle
persone, così come fa Gesù con la vedova povera e anche con ciascuno di noi.
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