La Chiesa ha bisogno della sua perenne
pentecoste. Ha bisogno di fuoco nel cuore, di parole sulle labbra, di profezia
nello sguardo. La Chiesa ha bisogno d'essere tempio dello Spirito Santo, di
totale purezza, di vita interiore. La Chiesa ha bisogno di risentire salire dal
profondo della sua intimità personale, quasi un pianto, una poesia, una
preghiera, un inno, la voce orante cioè dello Spirito Santo, che a noi si
sostituisce e prega in noi e per noi «con
gemiti ineffabili», e
che interpreta il discorso che noi da soli non sapremmo rivolgere a Dio. La
Chiesa ha bisogno di riacquistare la sete, il gusto, la certezza della sua
verità e di ascoltare con inviolabile silenzio e con docile disponibilità la voce,
il colloquio parlante nell'assorbimento contemplativo dello Spirito, il quale
insegna «ogni verità».
E poi ha
bisogno la Chiesa di sentir rifluire per tutte le sue umane facoltà, l'onda
dell'amore che si chiama carità e che è diffusa nei nostri cuori proprio «dallo Spirito Santo che ci è stato dato». Tutta penetrata di fede, la Chiesa ha
bisogno di sperimentare l'urgenza, l'ardore, lo zelo di questa carità; ha
bisogno di testimonianza, di apostolato. Avete ascoltato, voi uomini vivi, voi
giovani, voi anime consacrate, voi fratelli nel sacerdozio? Di questo ha
bisogno la Chiesa. Ha bisogno dello Spirito Santo in noi, in ciascuno di noi, e
in noi tutti insieme, in noi Chiesa. Sì, è dello Spirito Santo che, soprattutto
oggi, ha bisogno la Chiesa. Dite dunque e sempre tutti a lui: « Vieni!»
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