Nel libro de “Il piccolo principe” c’è
quella frase che diverse volte viene ricordata “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Di fatto poi capita che la
dimentichiamo in fretta e l’essenziale diventa solo ciò che vedi, tocchi,
possiedi…
L’avvento che oggi inizia è invito ad
aprire gli occhi su quell’essenziale che non si vede. La realtà infatti non è
solo quella che vedi, ma il segreto della nostra vita è oltre noi.
C’è qualcosa o Qualcuno che fa fiorire vita
ovunque, nonostante noi facciamo di tutto per non voler vedere, se non
addirittura per seminare morte e male invece che vita e bene.
C’è Qualcuno che plasma il mondo, il creato
e ciascuno di noi; “noi siamo argilla e
tu colui che ci plasma, tu che sei nostro padre, tutti noi siamo opera delle
tue mani”.
Qualcuno che non è rimasto poi così
invisibile, ma ha scelto di far splendere su di noi il suo volto. Davanti al
grido di una umanità bisognosa e spaesata non ha esitato a entrare nella nostra
storia, ad amarla, a donarci se stesso nel figlio amato e in Lui ad “arricchirci di tutti i doni”.
“Se
tu squarciassi i cieli e scendessi”: l’invocazione che risuonava in mezzo al
popolo disperso di Israele, continua a risuonare oggi sulla bocca di tanti,
sulle labbra soprattutto di piccoli, poveri, perseguitati e oppressi, delusi e
smarriti.
Avvento è ridare voce a questo grido, è
ridare attenzione a questa venuta di un invisibile che si fa visibile, di un
Dio che non si stanca mai di amarci e di venire incontro a tutti noi, pur in
modi ben diversi da come noi sempre immaginiamo.
Ecco perché questo tempo di attesa porta
con se da una parte la speranza di poter vedere la vita fiorire, il bene
crescere, la pace radicarsi tra i popoli, dentro le nostre relazioni quotidiane
e dall’altra l’urgenza di fare attenzione e vegliare.
Sono questi infatti i due atteggiamenti che
Gesù, nel vangelo, chiede ai suoi amici con insistenza. “Fate attenzione, vegliate”.
E’ vivendo in questo modo che l’essenziale
invisibile viene colto, riconosciuto, accolto.
“Fate
attenzione”.
Il motivo è detto nella breve parabola: “E’ come un uomo che è partito dopo aver
lasciatola propria casa e dato il potere ai suoi servi”. Di fatto è così:
Dio, il padre che ci plasma come opera della sue mani, ha lasciato a noi questa
casa che è il mondo e ci ha dato il potere. Quale potere? Ai discepoli Gesù –
si dice nel vangelo di Matteo – “diede loro potere”: il potere di fare
il bene, di sanare e guarire ferite, di portare pace, di far rifiorire la vita.
E’ questo potere che è stato affidato a noi che viviamo nella grande casa del
mondo. “Fate attenzione” allora
significa riconoscere quanto ci è stato dato, vivere con responsabilità, perché
“non ci trovi addormentati”.
Vivere una vita non con superficialità ma
con attenzione: attenti alla Parola del Signore che ci guida, attenti agli
altri, ai piccoli e ai poveri, attenti al mondo e al creato.
Attenti cioè responsabili per aiutarci
insieme a far fiorire i doni che Lui ha posto nelle nostre mani.
“Vegliate” poi.
E’ la capacità di scrutare, di guardare
avanti, oltre il visibile, per cogliere l’essenziale che si manifesta. Per
cogliere la Presenza di Colui che per amore è venuto tra gli uomini, tornerà
alla fine dei tempi, continua a venire ogni giorno.
E poiché “non si vede bene che col cuore”, vegliare è tenere sveglio il cuore per accogliere la
sua venuta.
Chi veglia lo sa riconoscere nella sua
prima venuta come pure lo riconoscerà nell’ultima. Ma soprattutto è capace di
riconoscerlo ogni giorno: presenza d’amore che mai ci lascia, che sempre ci
accompagna.
E’ Lui quell’essenziale che solo occhi
attenti e vigilanti possono riconoscere e percepire; e ogni volta che ne
percepiamo la presenza sono sobbalzi di gioia, come per Elisabetta
nell’incontro con Maria abitata dalla Presenza di Dio.
Essenziale invisibile agli occhi, ma
percepibile al cuore.
Con Lui si risveglia insieme alla gioia
anche la speranza e si guarda con occhi nuovi al domani.
Questo è l’Avvento.
Un tempo che ci ritrovi in cammino per
aprire di nuovo la nostra vita ad accogliere Colui che venuto nel primo natale,
sempre viene fino alla fine dei tempi, per portare a compimento nella storia
quel regno di Dio che ogni giorno siamo chiamati a far crescere in noi e
attorno a noi con attenzione e vigilanza.
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