Celebrare oggi la festa
dell’Assunzione di Maria è accogliere un invito. L’invito a guardare in alto, a
guardare oltre.
Fissando lo sguardo su Maria che
viene ‘assunta in cielo’ ci interroghiamo sul senso della nostra vita, sul
destino futuro, su dove stiamo andando, su cosa ci attende oltre questa vita
terrena.
Il luogo in cui siamo ci aiuta in
questa riflessione.
Guardando in alto lo sguardo è
portato a gustare una luminosa bellezza che sta sopra e avanti a noi. Questa
bellezza che noi chiamiamo ‘cielo’ si pone come meta e destino.
Una meta tuttavia che è frutto di un
cammino fatto di salita, fatto di pause, di fatiche di attese, di desideri. Il
viale che abbiamo percorso venendo qui ha questa funzione pedagogica: è
simbologia della vita, non solo di Maria, ma anche nostra; una vita che si
dispiega tra gioie e dolori, dalla nascita alla morte, ma che non si chiude nel
buio di un sepolcro bensì è destinata al ‘cielo’, alla gloria, alla bellezza.
Arrivando qui dopo questo cammino
siamo proprio invitati a gustare questo oltre che ci attende, guardando in alto
e vedendo in Maria assunta e glorificata la meta e il destino di ciascuno di
noi, della chiesa, dell’umanità tutta.
Ma la cosa ancor più bella e
inaspettata è che in questo nostro guardare alto e lontano, vediamo che questa
meta di glorificazione non è semplicemente qualcosa di spirituale, che riguarda
solo la nostra anima, bensì è la glorificazione di tutto il nostro essere, anima e corpo.
Tutto viene glorificato; nulla di
quanto è umano si disperde e si annulla; ogni frammento di vita, vissuto nella
gioia, nel dolore, vissuto con amore, troverà la sua pienezza, la sua
definitiva glorificazione.
Questo perché il ‘cielo’ è sceso su
questa ‘terra’: Dio si è fatto uomo e vive con noi. L’umano è casa del divino e
il divino porta a glorificazione l’umano.
Forse questa parola ‘glorificazione’
ci suona strana, desueta. Cosa significa? La Parola di Dio parla spesso della
‘gloria’ di Dio, e il Figlio stesso Gesù dice che sarà glorificato. In queste
parole altro non si vuol dire che essere resi partecipi della vita stessa di Dio, dell’amore del
Padre. La gloria di Dio è il Suo amore che tutto avvolge e a tutto da vita.
Essere glorificati è divenire
partecipi in pienezza e per sempre di questo amore, di questa comunione di vita
alla quale abbiamo accesso non per i nostri meriti, ma grazie alla Pasqua di
Gesù, come ci ricorda la seconda lettura: attraverso la risurrezione di Gesù
anche noi possiamo ricevere la vita. La vita dei risorti in Cristo: come Lui,
risorto con tutto il suo essere, corpo e spirito, così sarà per noi. Maria, la
Madre di Cristo, è segno e anticipo di quella vita piena che tutti potremo
sperimentare.
E’ bello allora pensare che tutto
ciò che siamo e facciamo tende alla glorificazione; questa nostra umanità è in
cammino verso la pienezza dell’amore, e non può che essere così per il fatto
che Dio è entrato in questa nostra umanità, l’ha assunta, redenta, glorificata
con la sua risurrezione. Per questo tutto ciò che è amore verrà portato oltre;
si perderà solo ciò che non è amore: le nostre meschinità, le cattiverie e gli
egoismi, il male e ogni forma di ingiustizia… tutto questo è destinato a essere
posto “sotto i suoi piedi” e “l’ultimo nemico ad essere annientato sarà
la morte perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi”.
L’agire di Dio in Gesù è per la
vita, è perché nulla vada perduto di quanto egli ci ha dato. In Maria nulla va
perduto, tutto viene glorificato perché la sua vita è stata una vita di
abbandono fiducioso all’amore di Dio, di accoglienza generosa della sua Parola,
della Sua Presenza, di umile servizio di amore alla sua volontà così come lei
stessa canta nel Magnificat.
Chi cammina così, come Maria, vive già
ora con il ‘cielo nel cuore’ e suo destino e meta non potrà che essere il
‘cielo’, la vita stessa di Dio che già ora possiamo sperimentare qui in terra.
L’invito allora a guardare in alto
che oggi ci è rivolto, diventa anche invito a vivere con speranza e fiducia
questo pellegrinaggio terreno, a vivere dentro questa nostra storia mettendo
sotto i nostri piedi il male, rispettando ogni creatura vivente destinata alla
gloria: come Maria così ognuno di noi.
Viviamo operando giorno dopo giorno
per far crescere ogni gesto, parola, pensiero di amore, perché solo questo
resterà per sempre: solo quanto è frutto di amore troverà glorificazione e
pienezza.
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