“Tra voi però non è così”. Non
deve essere così!
Le parole di Gesù
chiudono questo episodio, che rivela ancora una volta l’incomprensione dei
discepoli e le attese sbagliate nei suoi confronti: “vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo… concedici di
sedere uno alla tua destra e uno alla tua
sinistra”. Discepoli che desiderano non tanto il realizzarsi della sua
volontà, ma della loro, che si rivela volontà di primeggiare e dominare sugli
altri.
Le parole di Gesù
suonano come chiaro e preciso invito a una ‘differenza’ che deve distinguere il
discepolo e la chiesa, da coloro che governano e in genere dalla società tutta.
Una ‘differenza’ che deve qualificare nettamente il cristiano e renderlo
visibile in mezzo agli altri. “Tra voi
non sia così”: cioè tra voi non ci sia la ricerca di privilegi, di dominio
fino ad opprimere e schiacciare gli altri.
“Chi vuole diventare grande fra voi sarà vostro
servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”.
E’ la via nuova
che Gesù apre al discepolo e alla sua chiesa.
Una via
apparentemente strana, se non assurda, in un mondo dove il potere è cercato e
non solo da chi governa… ma alla fine da tutti; primeggiare, essere importanti,
farsi valere, poter dominare qualcuno o qualcosa, sembra oggi il modo normale
di essere e di vivere.
E’ la sottile
tentazione del potere che fa capolino anche in noi come lo fece in Giacomo e
Giovanni. Tentazione che si manifesta nel nostro piccolo quotidiano: sul luogo
di lavoro, nel gruppo, perfino nella coppia a volte, e certamente anche nella
comunità cristiana dove non mancano invidie, confronti, voglia di essere
primi...
“Tra voi non sia così”
avverte Gesù.
Non si tratta
solo di un generico invito, e nemmeno di voler assumere uno stile semplicemente
alternativo. Quello che Gesù chiede è di essere come Lui, il Figlio di Dio che,
invece del potere e della gloria, ha scelto di farsi servo e ultimo per amore. “Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi
servire, ma per servire e dare la propria vita”.
“Servo” è la parola che
rivela il vero volto di Dio. Gesù è il Dio che si fa servo dell’umanità.
“Il giusto mio servo”,
annunciava il profeta Isaia, “giustificherà
molti”, aprirà cioè per tutti spiragli di luce, vie di vita.
Gesù è il servo
che è venuto a “prendere parte alle
nostre debolezze” come ci ricorda la lettera agli Ebrei: possiamo dunque “accostarci con piena fiducia al trono –
non del potere, del dominio ma – della
grazia – dell’amore gratuito per noi, per
ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati nel momento
opportuno”. Un servizio d’amore.
Dunque “tra voi non sia così” perché Dio non è
così!
Così Gesù si
presenta: “Sono venuto per essere servo”.
Servo della vita, della nostra vita, per renderci non schiavi ma figli liberi.
Chi domina rende
l’altro schiavo; chi serve invece rende l’altro signore. Il padrone fa paura,
il servo no. Il padrone esige, il servo invece dona. Il Dio che Gesù ci rivela
non è padrone, ma servo. Servo per amore; per amore nostro. Perché “abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza”.
(Gv.)
Non possiamo allora
essere suoi discepoli, la sua chiesa, se cediamo alla tentazione del potere e
del dominio. Ne diventiamo la contraddizione. Come cristiani siamo chiamati a
diventare anche noi come Gesù servi; servi per amore, e mai padroni di nessuno.
Ultimi come un servo, e mai ricercatori di privilegi, di posizioni di
prestigio, di onori. Solo così noi siamo suoi discepoli e sua chiesa.
Il criterio per
distinguere tra chiesa e non chiesa è il criterio del servizio. Dove il
servizio reciproco viene disatteso e prevale il dominio, il comando,
l’imposizione, la ricerca di privilegi, lì non c’è la chiesa di Gesù perché non
c’è Gesù.
Oggi è la
giornata missionaria mondiale, che si celebra durante il Sinodo dei Vescovi sulla
famiglia.
Missione è la
capacità di servire testimoniando così il vangelo, la bella notizia di un Dio
che non è padrone, ma servo. Così avviene l’evangelizzazione: non tanto con
parole, ma con uno stile che fa trasparire lo stile stesso di Gesù, con una vita
che sa mettersi a servizio di tutti e in particolare dei piccoli, degli ultimi,
dei lontani.
Gesù servo. La
chiesa serva, cioè missionaria, capace di portare ovunque, in ogni ambito di vita
(lavoro, scuola, politica e in particolare nella famiglia), un modo nuovo di
essere fondato non più sul potere e il dominio che generano arroganza,
distanza, lotta, bensì sul servizio che apre alla fraternità, alla gioia, al
vero amore; apre alla vera grandezza “perché
chi vorrà diventare grande tra voi sarà vostro servitore”, come Gesù che è
innalzato proprio perché si è abbassato fino ai nostri piedi. La vera grandezza
è considerare ogni persona più grande e più importante di me.
“Tra voi
dunque non sia così”: possano
le nostre comunità imparare a vivere come Gesù ha vissuto; per essere chiesa
che ha ancora la forza e la capacità di essere missionaria, portando a tutti il
vangelo della gratuità e della misericordia, quel vangelo che ci offre, nel
servire e nell’amare, la via della vera grandezza e realizzazione.
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