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sabato 21 marzo 2020

Imparare sguardi nuovi - Quarta domenica di quaresima


Nel vangelo oggi torna più volte il verbo vedere.
Si parla di vedere, ma con effetti diversi. C’è chi vede ma non riconosce, e chi non vede ma arriva allo sguardo profondo della fede, al credere.  E’ proprio tutta una questione di sguardi. Già lo ricordava Dio al profeta Samuele, mandato a ungere Davide (1lettura): “Non guardare al suo aspetto… non conta quel che vede l’uomo; l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”.
Come sono vere queste parole. Il nostro sguardo il più delle volte sa solo fermarsi all’apparenza, all’esteriorità e si fa sguardo che critica, giudica, condanna, cataloga, esclude… Come i discepoli che vedono e subito si chiedono “chi ha peccato?”; come i farisei che vedono ma si fermano ai loro schemi, all’esteriorità di una legge non rispettata perché era sabato: diventano così spietati giudici, incapaci di vedere la novità che era lì sotto i loro occhi.
Sguardi diversi: alcuni colpevolizzanti, altri solidali, pieni di misericordia, come lo sguardo di Gesù che “vide” e si avvicinò, toccò con mano, sanò gli occhi del cieco.
Qual è il nostro modo di vedere le persone, i fatti e gli eventi della vita? di leggere questo momento critico e difficile che tutti di interpella? il nostro modo di guardare agli altri e a Dio?
Sguardi superficiali e pronti a ‘fare le misure’ a tutto e a tutti, sguardi impauriti e carichi di pessimismo, o sguardi profondi che aprono a speranza, fiducia, offrono vicinanza e solidarietà?
Abbiamo bisogno di imparare sguardi nuovi.
I nostri occhi sono forse abituati a vedere di tutto e di più, ad immagazzinare così tante immagini e il più delle volte tristemente negative che anche il nostro sguardo poi ne resta condizionato, indebolito, malato.
Lasciamo che Gesù stesso si fermi vicino a ciascuno di noi per sanare i nostri occhi, gli occhi del nostro cuore e della nostra mente, così che abbiano ad essere capaci di vedere le cose come realmente sono e le persone in tutta la loro verità, quali figli e figlie amati dal Padre.
Occhi che sappiano riconoscere, pur in mezzo a una realtà di estrema preoccupazione e difficoltà, gli spiragli di luce che sono dentro la nostra storia, proprio in queste situazioni complesse e drammatiche, per vedere così la Sua Luce che sempre ci accompagna e ci guida; per riconoscere la Presenza in mezzo a noi di un Dio che afferma: “Io sono la luce del mondo”. Non c’è tenebra che non venga vinta dalla luce!
Allora possiamo arrivare anche noi di nuovo a dire: “Credo Signore!”. Credo che tu mi hai, ci hai, illuminati da sempre. Credo che è la tua luce che ci abita ed è più forte di ogni tenebra. Aver fede è acquisire «una visione nuova delle cose» (G. Vannucci). E’ acquisire una sguardo profondo che sa riconoscere, nascosto ma presente, il Dio della vita, che non si stanca di accompagnare il nostro cammino per generarlo a nuova luce, perché Lui è luce da luce!  E a Lui affidarci.
Il Vangelo di oggi ci chiede lasciarci guarire per riacquistare una vista nuova, un volto raggiante. Come è possibile?
Il ‘passarci accanto’ di Gesù rende possibile tutto ciò.
Fin dal Battesimo, mentre venivamo portati per essere lavati nell’acqua della vita, ci è stato detto: “Ricevi la luce di Cristo” .
Per questo Paolo non esita a ricordarci (2 lettura): “Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore”. Poi aggiunge, usando il testo di un inno utilizzato proprio nella celebrazione del battesimo dai primi cristiani: “Svegliati tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà”.
In questo particolarissimo cammino quaresimale verso la Pasqua, Gesù possa di nuovo aprire i nostri occhi, convertire i nostri sguardi, risvegliarci dal nostro sonno che ci immerge, a volte senza che ce ne rendiamo conto, nelle tenebre del male.
Grazie a Lui possiamo veramente essere “luce nel Signore” e “comportarci come figli della luce”. Che significa, ricorda ancora Paolo, capaci di vivere con “bontà, giustizia e verità, cercando ciò che è gradito al Signore”, dentro questi nostri tempi oscuri e drammatici.
Con Gesù i nostri occhi possano abbandonare lo sguardo superficiale, che si ferma solo all’apparenza, per imparare lo sguardo nuovo di Dio che sa vedere in profondità, e come Lui saper andare al cuore di ogni persona, situazione e cosa per riconoscere la sua Presenza di Luce che sempre accompagna i nostri passi.

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