In queste
settimane davanti ai nostri occhi scorre purtroppo ogni giorno l’immagine della
morte.
Abituati a
lasciarci incantare da messaggi illusori di una vita piacevole, bella, dove poter
fare e avere tutto, assicurandoci piacere, divertimento, realizzazione di ogni
nostro desiderio, l’attuale pandemia ci costringe a fare i conti con la nostra
fragilità di creature e a guardare in faccia alla morte che silenziosa e
imprevista entra nelle nostre case e nei nostri ospedali. Ogni giorno essa
segna, con la sua scia di vuoto, la nostra esistenza. Ce ne accorgiamo solo
quando ci tocca in prima persona portandoci via persone amate e care in modo
tragico e assurdo e nell’assoluta solitudine e lontananza come sta avvenendo.
La morte ci
ricorda quanto è illusione il pensare di potere tutto, di voler essere eterni;
ci richiama alla nostra fragilità di creature. L’enigma della morte interroga
tutti: credenti e non.
La Parola di Dio
ascoltata oggi non ci dà risposte e spiegazioni, ma ci fa incontrare con Colui
che è più forte della morte e che la morte stessa non è riuscita a tenere in
suo potere: Gesù.
Un
messaggio di speranza esce con forza dalle righe di questo episodio: la morte
vinta e sconfitta dalla vita che è Gesù “Io
sono la risurrezione e la vita”. Non una risposta, non una spiegazione,
bensì una presenza che condivide, un Dio amico che piange con noi, che lotta
con noi, che prende su di sé la nostra morte. “Guarda come lo amava!”, “Gesù scoppiò in pianto”. “Una forza scorre sotto tutte le parole del racconto: non è la vita
che vince la morte. La morte, nella realtà, vince e ingoia la vita. Invece ciò
che vince la morte è l’amore. E capisco che Lazzaro sono io. Io sono
Colui–che–tu–ami, e che non accetterai mai di veder finire nel nulla della
morte”. (E.Ronchi)
Lui ci prende per
mano e ci dice: non temere, “non ti ho
detto che se crederai vedrai la gloria di Dio?”. E la gloria di Dio è
l’uomo vivente! Gesù è il Dio con noi venuto, non per togliere la morte, ma per
condividerla con noi, mettendosi con amore al nostro fianco, soffrendo e
piangendo con noi, amandoci, e così liberarci dalla paura della morte, per
indicarci un orizzonte di vita e di speranza che va oltre la morte stessa.
L’amore è più
forte della morte; l’amore di Dio rivelato in Gesù; ma anche ogni amore umano:
amore di medici e infermieri che danno vita e danno la vita, amore di genitori
che si spendono per dare vita ai figli, ai disabili, agli ultimi…
E questo Amore
più forte della morte è lo Spirito di Dio che ci avvolge e ci abita. Non c’è
morte dunque che non possa essere vinta se siamo con Cristo, la vita. Se
abbiamo Cristo e il suo Spirito in noi. “Farò
entrare in voi il mio spirito e rivivrete!” scrive il profeta Ezechiele
nella prima lettura. Conferma Paolo nella seconda: “dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi”, lasciandoci da
lui guidare, possiamo passare verso la pienezza della vita.
Noi siamo abitati
dalla Vita, siamo per la vita, perché abbiamo conosciuto e incontrato l’Amore
di colui che è “la risurrezione e la
vita”. “Chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me, non
morirà in eterno! Credi questo?”.
Credere è
accogliere la sua Parola e non solo una generica professione di fede: infatti
anche Marta, subito dopo, davanti a Gesù che dice:”Togliete la pietra” ha un attimo di esitazione: “Signore, già manda cattivo odore, è lì da
quattro giorni”. Credere non è solo professare una fede, ma accogliere una
Parola che ha dello sconvolgente, che può suonarci assurda e difficile da
capire. Ma “non ti ho detto che, se
crederai, vedrai la gloria di Dio?”. E ancora risuona la Parola: “Lazzaro vieni fuori!”. E la Parola fa
risvegliare la vita: “Il morto uscì”.
La sua Parola
strappa anche noi dalle nostre tombe se abbiamo il coraggio e la fede di
ascoltarla e accoglierla: a noi ancora dice Gesù: “vieni fuori”.
La parola che
Gesù rivolge a colui che ama, a noi tutti, è invito a cammini di novità: “Togliete la pietra! Vieni fuori!
Liberatelo!”. Attraverso la forza della Parola di Gesù anche noi
affrontiamo ogni realtà segnata dalla morte offrendo a chi abbiamo vicino tutta
la forza dell’amore che vince la morte e che apre a novità, che invita a venir
fuori, a liberarci da ogni legaccio di egoismo per tornare a riabbracciare la
vita, a costruire con speranza il futuro nostro e di tutta l’umanità.
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