Già domenica
scorsa la Parola parlava di luce: “è
troppo poco che tu sia mia servo; ti renderò luce per le nazioni”, così
annunciava il profeta Isaia. E Giovanni riconobbe in Gesù questa luce: Lui è
venuto per essere la luce del mondo.
Questa luce non è
vinta dalle tenebre e splende ovunque a iniziare dai luoghi più periferici
quali, come richiamano oggi prima lettura e vangelo, “la terra di Zabulon e di Neftali, Galilea delle genti”, cioè proprio
lì dove la gente era giudicata lontana, pagana, senza Dio.
Questa luce è una
persona che percorre le nostre strade e in essa riconosciamo la Parola - il
Verbo – fatta carne.
E’ con la sua
parola che Gesù diventa luce per tutti. E infatti subito “Gesù cominciò a predicare e a dire…”. E’ la sua Parola che ha la
forza di squarciare le tenebre, di aprire vie nuove, di portare messaggi di
speranza.
Oggi, papa
Francesco ha voluto si celebrasse in tutta la chiesa la domenica della Parola
di Dio. Consapevole che, come già diceva s.Girolamo, “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”, ci invita a
far sì che “non venga mai a mancare nella
vita del nostro popolo questo rapporto decisivo con la Parola viva che il
Signore non si stanca mai di rivolgere alla sua sposa – a noi – perché possa crescere nell’amore e
testimonianza di fede”.
Nel brano di
vangelo non solo ascoltiamo cosa dice la Parola fatta carne, Gesù, ma vediamo
anche cosa fa, cosa provoca questa Parola.
“Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”:
queste le prime parole che Gesù proclama, subito seguite da un invito: “Venite dietro a me”. Gesù, come nota
Matteo, “percorreva tutta la Galilea
insegnando… annunciando… guarendo…”.
Una Parola dunque
efficace, capace di generare scelte di vita, nuovi orientamenti, di portare
guarigione e salvezza.
Innanzitutto è
una Parola che porta un annuncio di assoluta novità: “il regno dei cieli è vicino”, Dio è qui, il cielo è sulla terra,
Dio ti cammina affianco.
Questo fatto
inaudito provoca allora un ri-orientamento della vita: “convertitevi”, cioè volgete verso di Lui, riconoscetelo vicino e a
Lui orientate la vostra vita.
Da qui il
coraggio di lasciarsi attrarre dalla sua Parola, dalla sua persona, di andare
dietro a Lui e seguirlo mettendo tutto il resto in secondo ordine.
Vediamo così, in
questo brano, tutta la bellezza e la forza della Parola, la sua capacità di
generare orizzonti di novità.
Ieri come oggi;
perché quella di Gesù è parola di Dio, dunque Parola viva, carica della forza
del Suo Spirito e ciò che dice fa, compie, come agli inizi della creazione.
Non può quindi
esserci vita cristiana senza la guida e la luce della Parola di Dio. “Luce ai miei passi è la tua Parola”
proclama il salmista.
Oggi più che mai
deve esserlo per ciascuno di noi e per le nostre comunità, per la chiesa
tutta.
Così ha detto il
cardinal Bassetti qualche giorno fa: “Riscoprirne
la centralità è condizione per dirsi e diventare cristiani: occorre tornare a
un incontro personale e comunitario con la Parola. Parola mai ovvia, mai
banale, tesoro inesauribile, che non afferreremo mai nella sua ricchezza e
profondità. Della Parola vive ogni discepolo; per la Parola crede; sulla Parola
poggia la pietà, la catechesi e la fede vissuta; dalla Parola si riversano
sugli altri i gesti della carità e si genera e rigenera la comunità. Attorno
alla Parola ci si ritrova fratelli. Quando si permette alla Parola di liberare la sua
carica profetica.. si diventa capaci di cogliere ciò che nella vita è vero,
giusto, conforme al Vangelo e ciò che non lo è, per discernere e comportarsi di
conseguenza”.
Questa domenica, come ogni domenica, ci
aiuti a radicare sempre più la nostra vita nella Parola che ascoltiamo,
imparando, ogni giorno, a leggerla e conoscerla, ad ascoltarla e assimilarla
nel cuore, a viverla, proprio sull’esempio di Colei che riconosciamo “beata” perché ha accolto la Parola e ad
essa ha dato carne, Maria. Come lei anche noi ogni giorno ripetiamo: “avvenga di me secondo la tua Parola”.