Che cosa è essenziale per la nostra vita cristiana?
Questa è la domanda che la Parola vuole risvegliare in
noi.
Il rischio è, nella nostra vita di cristiani e nelle
nostre comunità, di mettere al primo posto aspetti, anche pur giusti a volte,
ma di fatto secondari; ad esempio: la scrupolosa osservanza di regole e norme, il
ripetersi abituale e annoiato di tradizioni e usanze, oppure la ricerca
esasperata di novità, di strategie per conquistare la gente…
E’ di questo che oggi c’è bisogno? La Parola sempre dire:
no.
Sia nella 1° che nella 2° lettura ritorna un “non c’è
più bisogno di…”. Negli Atti, gli apostoli arrivano a comprendere che per essere cristiani non c’è più bisogno di
rimanere legati ad alcune tradizioni giudaiche costringendo anche i pagani a
sottoporsi ad esse e decidono, guidati dallo Spirito, di rompere con quelle
tradizioni. Nell’Apocalisse invece, Giovanni, descrivendo la nuova comunità del
popolo di Dio afferma addirittura che essa non ha bisogno né del tempio né
della luce del sole: “non ha bisogno della luce del sole… non vidi alcun
tempio…”.
La Parola dunque è invito, a cercare l’essenziale.
In questo 'discorso di addio' che il vangelo ci propone, Gesù dice
chiaramente in cosa consiste questo essenziale. “Se uno mi ama, osserverà la
mia Parola e noi prenderemo dimora presso di lui”. Tre passi: amare,
ascoltare, dimorare.
Tre passi rivolti verso una sola persona: Gesù che è Parola
e Spirito. Lui è l’essenziale. Su di Lui siamo chiamati a rifondare la nostra
vita.
Tutto inizia e nasce dall’amore: “Se uno mi ama…”.
E’ questo il primo passo che ci è chiesto. Amare Gesù e lasciarci amare da Lui.
Dall’amore segue tutto.
Se lo amiamo allora ascolteremo la Sua Parola: ecco il
secondo passo. Un po’ tutto il contrario di ciò che a volte pensiamo quando
affermiamo che solo osservando le leggi di Gesù un po’ alla volta si può
riuscire ad amarlo….
Gesù dice il contrario “Se uno mi ama osserverà la mia Parola”. L’ascolto, l’osservanza
della Parola deve nascere dall’amore. Infatti aggiunge: “Chi non mi ama non osserva le mie parole”: non riesce, non ce la
fa. Solo chi ama ascolta; e non per dovere. Ascolta per amore. Seguire la
Parola di Gesù per dovere, in nome della legge o di una tradizione, senza gioia
e amore, va contro Dio stesso: Lui non vuole questo. Dio non vuole dei perfetti
o scrupolosi osservanti, vuole degli innamorati. Perché chi ama ascolta e così
accoglie, si fida.
Ecco allora il terzo passo: il dimorare. La Presenza in
noi dell’Amore del Dio Trinità. “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e
noi prenderemo dimora presso di lui”.
L’amore per Gesù chiede l’ascolto della Parola che
accolta pone in noi la sua dimora. E questo dimorare in noi è opera del suo
stesso Spirito, promessa e dono. “Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
“Vado e tornerò a voi”: Spirito e Parola non sono altro che Gesù stesso che
‘torna a noi’ e ci abita, ci ricorda ogni cosa facendo rivivere oggi in noi la
Sua Presenza.
Da questo essere inabitati da Lui, come conseguenza
immediata, scaturisce la pace. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”.
Una pace che è presenza vera e duratura di Dio in noi. E’ la pace che ci rende
così capaci di vivere con amore tutte le cose che facciamo, di vivere senza
paura: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.
Non è forse questo l’essenziale di cui abbiamo assoluto
bisogno? Gesù, amato, ascoltato diventa Presenza in noi del Padre che con il
fuoco del suo Spirito ci guida, e guida ancora oggi, come allora, la chiesa
tutta, affinché possiamo essere i testimoni del Suo Amore: i diffusori di
quella pace vera che tanti invano cercano; i costruttori di una fraternità
senza confini, di una chiesa dalla porte aperte (2 lett.) che splenda di una
bellezza frutto non di oro e di argento bensì di una Presenza che la avvolge,
di un Dio che in Gesù, Parola e Spirito, vuole essere tutto in tutti.