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sabato 27 ottobre 2018

XXX° domenica del tempo ordinario.


Tre i personaggi che animano questo racconto.
Sono presentati nel primo versetto del brano: Gesù, in cammino con i discepoli, la molta folla e il cieco Bartimeo.
E’ interessante notare come questi personaggi interagiscono tra loro nei momenti diversi che caratterizzano l’episodio.
C’è un primo momento che è fatto di voci.
La prima voce è quella del cieco che sapendo che c’è Gesù inizia a gridare; una supplica esce dalla sua bocca “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”.
Un grido tuttavia che viene messo a tacere da un’altra voce, quella della folla che “lo rimproverava perché tacesse”. Dà fastidio chi grida; quella folla che sente il cieco gridare il suo dolore vuole ignorarlo. Immagine attuale di una società che mette spesso a tacere i tanti che nella loro povertà e miseria stanno ai bordi della vita e gridano il loro dolore; immagine anche della comunità cristiana che può diventare ostacolo verso coloro che sono alla ricerca di Gesù pur con le loro miserie e i loro limiti. Queste persone a volte ci danno fastidio perché il loro grido ci interpella, ci scomoda…
Davanti alle grida da una parte e all’imposizione del silenzio dall’altra, emerge però un’altra voce, quella di Gesù:  “Gesù si fermò e disse: Chiamatelo”. Una voce che chiama: chiama i piccoli, i miseri, gli ultimi; chiama tutti e tutti accoglie così come siamo. Chiama, accoglie, si prende cura.
Dopo questo intreccio di voci ha inizio una serie di movimenti.
Il primo lo compie proprio quella folla che voleva far tacere il cieco: “lo chiamarono dicendogli Coraggio! Alzati, ti chiama”. Una folla che passa dal rimprovero all’incoraggiamento. C’è un movimento di conversione provocato – è probabile - dal modo di agire di Gesù. Fino ad aiutare – possiamo immaginarlo – il cieco ad alzarsi. E’ la conversione che è chiesta anche a noi davanti ai tanti bisognosi che in un primo tempo vorremmo tacitare e invece, spronati dall’agire di Gesù, comprendiamo che possiamo e dobbiamo essere per loro di incoraggiamento e di aiuto.
E davanti a questo incoraggiamento ecco il movimento del cieco: “Gettò via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Un movimento che è uno slancio: pur camminando nel buio si fida, ne ascolta la voce, si lascia guidare con il coraggio di staccarsi da tutto ciò che possiede (il mantello bene prezioso per un mendicante…).
E infine ecco il movimento di Gesù, forse il più impercettibile sebbene il più efficace. “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Parole che descrivono un movimento, un andare incontro all’altro, un mettersi a sua disposizione; Gesù chiede, così come fa un servo davanti al suo padrone: cosa devo farti? Una domanda che rivela l’atteggiamento di disponibilità e di servizio tipico di Gesù.
Dopo questo intrecciarsi di voci e di movimenti ecco la conclusione: “Và, la tua fede ti ha salvato”. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”. L’incontro con Gesù apre nuovi cammini, nuove possibilità.
Inizia una storia nuova per Bartimeo: ritrova luce e questa luce è data dalla fede in Gesù di cui ha ascoltato la voce, la Parola, trovando così guarigione. Da mendicante seduto ai bordi della strada a discepolo in cammino sulla strada con Gesù, alla luce della sua Parola. La nuova svolta che la vita di Bartimeo prende è la svolta che anche la nostra vita è invitata a prendere.
Nel brano sembrano essere scomparsi i discepoli, di cui all’inizio si dice che erano insieme a Gesù. Non sono più apparsi nella scena, sono rimasti silenziosi spettatori di quanto accaduto. Quasi per guardare e imparare, così come è chiamato a fare ogni discepolo, così come siamo chiamati anche noi a fare. Guardare e imparare da una parte quella misericordia che deve animare il discepolo rendendolo capace di ascoltare il grido di coloro che soffrono e di infondere ad essi coraggio e aiuto. Dall’altra per riscoprire ancora una volta che essere discepoli altro non è che lasciarsi di nuovo guidare dalla luce della Parola di Gesù, riponendo in essa tutta la fiducia, così da non sedersi scoraggiati e delusi davanti alla fatiche e al buio che incontriamo, ma trovando in essa il coraggio di staccarsi dalle proprie sicurezze, di alzarsi e rialzarsi ogni volta che si cade per rimettersi sempre in cammino con Gesù lungo le strade della vita a servizio di ogni uomo e donna, di ogni mendicante di luce, di amore, di vita.

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