Tre i personaggi
che animano questo racconto.
Sono presentati
nel primo versetto del brano: Gesù, in cammino con i discepoli, la molta folla
e il cieco Bartimeo.
E’ interessante
notare come questi personaggi interagiscono tra loro nei momenti diversi che
caratterizzano l’episodio.
C’è un primo
momento che è fatto di voci.
La prima voce è
quella del cieco che sapendo che c’è Gesù inizia a gridare; una supplica esce
dalla sua bocca “Figlio di Davide, Gesù,
abbi pietà di me!”.
Un grido tuttavia
che viene messo a tacere da un’altra voce, quella della folla che “lo rimproverava perché tacesse”. Dà
fastidio chi grida; quella folla che sente il cieco gridare il suo dolore vuole
ignorarlo. Immagine attuale di una società che mette spesso a tacere i tanti
che nella loro povertà e miseria stanno ai bordi della vita e gridano il loro
dolore; immagine anche della comunità cristiana che può diventare ostacolo verso
coloro che sono alla ricerca di Gesù pur con le loro miserie e i loro limiti.
Queste persone a volte ci danno fastidio perché il loro grido ci interpella, ci
scomoda…
Davanti alle
grida da una parte e all’imposizione del silenzio dall’altra, emerge però un’altra
voce, quella di Gesù: “Gesù si fermò e disse: Chiamatelo”. Una
voce che chiama: chiama i piccoli, i miseri, gli ultimi; chiama tutti e tutti
accoglie così come siamo. Chiama, accoglie, si prende cura.
Dopo questo
intreccio di voci ha inizio una serie di movimenti.
Il primo lo
compie proprio quella folla che voleva far tacere il cieco: “lo chiamarono dicendogli Coraggio! Alzati,
ti chiama”. Una folla che passa dal rimprovero all’incoraggiamento. C’è un
movimento di conversione provocato – è probabile - dal modo di agire di Gesù.
Fino ad aiutare – possiamo immaginarlo – il cieco ad alzarsi. E’ la conversione
che è chiesta anche a noi davanti ai tanti bisognosi che in un primo tempo
vorremmo tacitare e invece, spronati dall’agire di Gesù, comprendiamo che
possiamo e dobbiamo essere per loro di incoraggiamento e di aiuto.
E davanti a
questo incoraggiamento ecco il movimento del cieco: “Gettò via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù”. Un
movimento che è uno slancio: pur camminando nel buio si fida, ne ascolta la
voce, si lascia guidare con il coraggio di staccarsi da tutto ciò che possiede
(il mantello bene prezioso per un mendicante…).
E infine ecco il
movimento di Gesù, forse il più impercettibile sebbene il più efficace. “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Parole
che descrivono un movimento, un andare incontro all’altro, un mettersi a sua
disposizione; Gesù chiede, così come fa un servo davanti al suo padrone: cosa
devo farti? Una domanda che rivela l’atteggiamento di disponibilità e di servizio
tipico di Gesù.
Dopo questo
intrecciarsi di voci e di movimenti ecco la conclusione: “Và, la tua fede ti ha salvato”. E
subito vide di nuovo e lo seguiva lungo
la strada”. L’incontro con Gesù apre nuovi cammini, nuove possibilità.
Inizia una storia
nuova per Bartimeo: ritrova luce e questa luce è data dalla fede in Gesù di cui
ha ascoltato la voce, la Parola, trovando così guarigione. Da mendicante seduto
ai bordi della strada a discepolo in cammino sulla strada con Gesù, alla luce
della sua Parola. La nuova svolta che la vita di Bartimeo prende è la svolta
che anche la nostra vita è invitata a prendere.
Nel brano
sembrano essere scomparsi i discepoli, di cui all’inizio si dice che erano
insieme a Gesù. Non sono più apparsi nella scena, sono rimasti silenziosi
spettatori di quanto accaduto. Quasi per guardare e imparare, così come è
chiamato a fare ogni discepolo, così come siamo chiamati anche noi a fare.
Guardare e imparare da una parte quella misericordia che deve animare il
discepolo rendendolo capace di ascoltare il grido di coloro che soffrono e di
infondere ad essi coraggio e aiuto. Dall’altra per riscoprire ancora una volta
che essere discepoli altro non è che lasciarsi di nuovo guidare dalla luce
della Parola di Gesù, riponendo in essa tutta la fiducia, così da non sedersi
scoraggiati e delusi davanti alla fatiche e al buio che incontriamo, ma
trovando in essa il coraggio di staccarsi dalle proprie sicurezze, di alzarsi e
rialzarsi ogni volta che si cade per rimettersi sempre in cammino con Gesù
lungo le strade della vita a servizio di ogni uomo e donna, di ogni mendicante
di luce, di amore, di vita.
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