“Che cosa cercate?”. E’ la domanda che Gesù rivolge ai due che, su suggerimento di Giovanni Battista, si mettono a seguirlo.
Sono, nel vangelo di Giovanni, le prime
parole poste sulla bocca di Gesù: “Che
cosa cercate?”.
Una domanda che oggi risuona per tutti noi.
Un invito a compiere una veloce indagine
interiore per trovare una risposta. Cosa cerchi nella vita? “Che cosa cercate?” Sì, perché siamo
tutti cercatori, migranti di desideri… Un po’ tutti come il giovane Samuele
(prima lettura), alla ricerca di quella voce che può dare pienezza alla propria
vita. E’ di ogni uomo e donna cercare; cercare felicità, cercare senso alla
vita, cercare affetto e amore, cercare realizzazione e successo, cercare
sicurezza e pace… Siamo tutti migranti alla ricerca, a volte inconsapevole, di
qualcosa, di qualcuno.
Come ritornano vere le parole di Agostino: “Inquieto è il nostro cuore”. E di
questa inquietudine lui ne ha fatto esperienza. Ma arriva alla fine a
riconoscere “Inquieto è il nostro cuore
finché non risposa in Te”. La sua ricerca approda all’incontro con Colui
che sazia ogni desiderio. Così anche per i primi discepoli che arrivano a
incontrare Gesù, a dimorare con Lui, a seguirlo.
“Che
cosa cercate?”.
Noi che ci sentiamo cristiani da una vita: cosa cerchiamo? E’ Gesù che
cerchiamo? cosa ci aspettiamo da Lui?
Come vorrei che la mia e nostra risposta
fosse come quella dei due discepoli: “dove
dimori?”. Una risposta che dice di un desiderio profondo: quello della
comunione, dello stare insieme. Dimorare insieme con Gesù. Ecco quello che loro
vogliono e che anche noi desideriamo. Perché la fede cristiana non è un cercare
risposte, soluzioni, dottrine, idee, ma cercare una persona per stringere con
essa una relazione d’amore, per entrare con essa in una comunione di vita. Cercare
Gesù per stare con Gesù, per dimorare con Lui.
E’ mai possibile questo?
“Venite
e vedrete”:
le sue parole ai discepoli sono una sfida anche per noi. Ci dicono che solo se
concretamente lo seguiamo possiamo stabilire questa dimora, questo legame.
Venire e vedere infatti non significa semplicemente ‘togliersi una curiosità’,
bensì accettare di camminare con Lui, di fare la sua stessa strada, di vivere
secondo la sua Parola. Infatti Lui dimora dove “due o tre sono uniti nel suo nome”, dove uomini e donne si
accolgono e si amano come fratelli e sorelle, dove conflitti e sbagli si
affrontano non con vendetta e odio, ma perdono, dialogo, aiuto reciproco, dove
ci sono uomini e donne pronti a mettere la loro vita a servizio fino a farne dono
per altri.
Quando si vive così, come Gesù, si dimora
in Lui, si è in quella comunione d’amore che ci unisce al Padre e tra tutti noi
come fratelli.
Una comunione che dobbiamo allora costruire
ogni giorno. Se cerchiamo Gesù, se desideriamo dimorare con Lui, viviamo in
comunione con tutti, vicine e lontani.
Oggi, la giornata mondiale del migrante e
del rifugiato ci invita ad allargare questa comunione con tanti altri nostri
fratelli e sorelle. Papa Francesco ci suggerisce alcuni verbi da coniugare
nella vita: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Sono un movimento
di amore da attuare verso migranti e profughi, ma non solo. Anche tra noi,
nelle nostre case; come c’è bisogno di imparare sempre di nuovo ad accoglierci,
proteggerci gli uni gli altri, a promuovere il bene di ognuno e di integrarci
gli uni con gli altri al di là di ogni differenza.
Da questo processo nasce la comunione, la
capacità di dimorare insieme gli uni con gli altri e insieme con Dio.
“Che
cosa cercate?”.
Se cerchi Gesù vuol dire che cerchi la comunione, la fraternità, il rispetto di
tutti. Se non cerchi e non costruisci questi valori non dire che cerchi Gesù,
perché lui dimora lì, dove ci si accoglie, ci si vuole bene.
Come cristiani a volte corriamo il rischio
di illuderci di cercare Gesù chiudendoci però agli altri, se non addirittura
rifiutando gli altri. Questo è impossibile. Al contrario: chi sa accogliere,
proteggere, promuovere e integrare l’altro, vicino o lontano che sia, di fatto
cerca, anzi trova Gesù, dimora con Lui, vive in quella comunione d’amore che
unisce Gesù al Padre e con il loro Spirito unisce tutti noi. Sì perché noi “non apparteniamo a noi stessi” ci
ricorda Paolo, ma “il nostro corpo è
tempio dello Spirito Santo… ricevuto da Dio”, lo Spirito dell’amore che ci
rende tutti figli e fratelli.
Mossi da questo Spirito noi non smettiamo
mai allora di cercare Gesù, di desiderare quella comunione alla quale Lui ci
invita ripetendoci ancora oggi: “Venite e
vedrete”.
Mossi da quest’unico Spirito tutti insieme,
l’umanità tutta, siamo sospinti in un cammino di ricerca che porta, lentamente
e faticosamente, verso una sola meta: la comunione universale. Destino unico e
definitivo per tutti; punto di arrivo di ogni desiderio e ricerca.
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