La
Parola di Dio nella festa del Corpus Domini, mette a confronto l’antica
alleanza (tra Dio, Mosè e il popolo d’Israele) e la nuova tra Gesù e l’intera
umanità.
Questo
per ricordarci che Eucaristia è gesto di Alleanza nuova e definitiva; che
Eucaristia è Pasqua che di nuovo e sempre si rinnova. Alleanza e Pasqua sono i
due costanti richiami nelle letture ascoltate. In particolare il vangelo si
colloca “il primo giorno degli azzimi
quando si immolava la Pasqua” e risponde a una domanda: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu
possa mangiare la Pasqua?”.
La
pasqua dunque è il compimento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo e di essa
l’eucaristia è il segno efficace che la attualizza oggi e sempre. Dunque
attraverso l’Eucaristia oggi noi riviviamo la Pasqua e rinnoviamo l’alleanza
con il Signore.
Il
termine alleanza può oggi suonare strano… Lo si usa in particolare in politica
per indicare strategie di alleanza appunto, al fine di conquistare o mantenere
il potere. Questo non ci aiuta certo a capire tutta la ricchezza e il valore di
questa parola. Alleanza, nella Bibbia, è il patto di amore e non di potere che
Dio stesso vuole stabilire da sempre con l’umanità.
Patto
che nasce da un suo libero dono d’amore: essa è impegno definitivo di stare al
nostro fianco sempre. Patto di un amore gratuito, fedele, indistruttibile.
Questa l’alleanza promessa ad Abramo, realizzata con Mosè e il popolo di
Israele. Attuata poi definitivamente in Gesù, attraverso la sua persona, il suo
corpo e il suo sangue, dato per noi “il
sangue dell’alleanza versato per le moltitudini”.
Marco struttura il racconto
della cena del Signore su quanto abbiamo letto nel Libro dell’Esodo al termine dell’alleanza,
nella prima lettura. Lì si legge che Mosè prese il libro dell’alleanza e lo
lesse alla presenza del popolo, poi prese il sangue e ne asperse il popolo e
disse “Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso
con voi sulla base di tutte queste parole”.
Gesù non ripete quell’antico
rito, ma fa qualcosa di completamente nuovo: “prese
un pane, benedì, lo spezzò, lo diede loro dicendo: «prendete, questo è il mio
corpo»”. Ecco già la prima differenza con l’antica alleanza.
Nell’antica alleanza Mosè ha
presentato un libro che conteneva la legge, la volontà di Dio; ebbene, con Gesù
inizia un’epoca nuova nel rapportarsi con Dio. Il credente, con Gesù, non è
più, come nell’antica alleanza, colui che obbediva alle leggi, ma colui che
accoglie l’amore del suo Signore.
Mentre il libro della legge è un
codice esterno all’uomo che l’uomo deve impegnarsi a osservare e molti non ci
riescono, o non vogliono, la nuova alleanza non è basata su un libro, qualcosa
di esterno all’uomo, ma sulla effusione interiore della stessa vita divina.
Dio non governa gli uomini
emanando leggi che questi devono osservare, ma comunicando loro la sua stessa
capacità d’amore, il suo stesso spirito, la sua stessa forza d’amore.
Quindi non più un codice, una legge,
ma un uomo – Gesù – che ci comunica la sua vita.
Poi Gesù ”prese il calice”. Quindi Gesù “rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti”. Ecco un altro aspetto nuovo dell’alleanza: essa non è soltanto per il popolo d’Israele, ma
è per tutta l’umanità.
Questo sangue non è il sangue
dei vitelli e dei capri, spruzzato esternamente sulle persone, ma, dice Gesù, “questo è il mio sangue dell’alleanza”. Come ricorda la lettera agli Ebrei “in virtù del
proprio sangue… egli è mediatore di una nuova alleanza” che ha come
destinatari “le moltitudini”, tutte le genti.
Tutti
siamo coinvolti in questa nuova alleanza, in quanto tutti siamo stati amati
fino al dono della sua stessa vita. Al di là del nostro essere consapevoli e
del nostro lasciarci coinvolgere, il suo amore ci raggiunge così come siamo e
dove siamo: un amore “versato per tutti”.
Il momento tuttavia
in cui la comunità, il credente, partecipa e riceve questa ‘immersione nel
sangue’, cioè nell’alleanza con il Signore è l’Eucaristia, la cena del Signore
che noi chiamiamo ‘la Messa’.
In essa avviene
una comunicazione interiore della stessa vita divina. E’ questo che dona
all’uomo la capacità d’amore.
Questa è la
novità proposta da Gesù. Questa la celebrazione dell’Eucaristia: rinnovamento
dell’alleanza pasquale che ci comunica la stessa capacità d’amore di Gesù, la
vita di Colui che è nostro alleato, Dio stesso.
È una nuova alleanza, tanto nuova da essere quasi
inconcepibile. L’amore di Dio si manifesta pienamente con questa alleanza, dove
l’impegno è solo suo.
Noi abbiamo tutto e solo da guadagnare: non ci
viene chiesto nulla, se non che beviamo quel sangue, mangiamo quel corpo, e ci
lasciamo trasformare da questo nuovo cibo e da questa nuova bevanda.
Trasformare al punto da iniziare e continuare poi a
vivere come Lui, a “fare questo” in
sua memoria; cioè a fare anche noi della vita un dono, entrando in alleanza con
i nostri fratelli e sorelle, con l’umanità intera e il creato.
L’Eucaristia ci chiama a diventare costruttori di
alleanza, non di potere ma di amore, di comunione.
Questa capacità ci viene data proprio dalla
comunione stessa con Gesù, che ci mette in comunione con il Padre e nel loro
Spirito con tutta l’umanità. Una comunione che tutti ci unisce nell’unico amore
che ci precede, si offre a noi, ci nutre e ci sostiene.S
e questa
è la Messa è veramente da stolti non parteciparvi o parteciparvi senza
consapevolezza, senza rinnovare in essa ogni volta quell’alleanza nuova che
sostiene e nutre la nostra vita quotidiana e che ha la capacità di rendere
nuova anche questa nostra storia, aprendola all’alleanza e alla comunione tra
tutti i popoli
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