“Togli
loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo Spirito,
sono creati, e rinnovi la faccia della terra”. Senza la tua forza, nulla è
nell’uomo”…
Sono parole che abbiamo da poco ascoltato
nel salmo e nella sequenza di questo giorno di Pentecoste. Giorno del
compimento della Pasqua, cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù.
Parole che vanno oltre a questo fatto
inaudito della risurrezione. Infatti si parla di Spirito che crea e dà respiro
a ogni cosa. Quello Spirito che è la vita perché è Dio stesso. “Senza la tua forza, nulla è nell’uomo”… Non
possiamo vivere senza di Lui. Ed è Lui che dà la vita a ogni cosa e fa
risorgere dai morti il Cristo e in Lui tutti noi.
Ebbene questo Spirito abita in noi. E’ la
consapevolezza che nasce in questo giorno di Pentecoste. Noi siamo da sempre
abitati da Lui, ogni cosa respira grazie a Lui. Esserne consapevoli significa
allora riconoscerci figli amati del Padre, proprio perché in noi è il Suo
stesso Spirito. Fratelli di Cristo, perché abitati dallo stesso Spirito.
Famiglia di fratelli perché in tutti noi dimora lo stesso Spirito.
Cosa possiamo comprendere di Lui? Solo
quanto la Parola ci rivela.
Innanzitutto che non si tratta di una cosa,
o di un dono particolare. Si tratta di Dio stesso e della sua vita. Di Lui che
abita in noi. Nel vangelo ha un nome; Gesù lo definisce “il Paraclito”, cioè “colui che sta vicino, al fianco”. Esso ci
accompagna da sempre… Ma con Gesù noi diventiamo consapevoli della sua Presenza
e del suo ruolo. Egli, dice Gesù, “darà
testimonianza di me”, “vi guiderà a tutta la verità”, “vi annuncerà le cose
future”.
E’ il comunicatore della vita del Padre e
del Figlio; in lui noi veniamo sempre più resi capaci di entrare nella vita
stessa di Dio, nella relazione d’amore con Lui e quindi di esserne così i
testimoni. Questo avviene in una graduale, ma continua comunicazione e comprensione
della Parola che Gesù ci ha dato: “dirà
tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”, “prenderà da quel che
è mio e ve lo annuncerà”.
C’è uno stretto legame tra Spirito e
Parola: non per nulla, nel brano degli Atti degli Apostoli, Luca narra la
Pentecoste usando l’immagine delle lingue di fuoco e dei diversi linguaggi
umani. Quasi ad evidenziare che lo Spirito è la nuova lingua, è la Parola
stessa che ora risuona e a tutti è comunicata. Tutti possono comprenderla,
perché questa Parola è Spirito e vita e va oltre ogni barriera culturale,
sociale, religiosa.
Lo Spirito abita in noi dunque per aprirci
il cuore alla comprensione della Parola di Cristo e così orientarci
all’incontro con il Padre che ci ama.
Lo Spirito abita nella Parola e con essa
abita in noi. Siamo in Lui e in Lui camminiamo quando ascoltiamo la Parola e
viviamo immersi in essa.
Spirito e Parola: un linguaggio nuovo che
scalda i cuori; un vento, soffio che spinge al largo, ad aprirsi, ad andare…
che mette in cammino.
A questo ci invita Paolo nella seconda
lettura. “Camminate secondo lo Spirito”.
Che significa: lasciati guidare ogni giorno da quello Spirito che nel tuo cuore
fa risuonare la Parola di verità e di vita, guidandoti così nelle tue scelte.
Il fine della vita cristiana è
l’acquisizione dello Spirito Santo, diceva San Serafino di Sarov. A questo
dobbiamo tendere. Siamo chiamati a vivere nello Spirito per diventare così
capaci di portare non i frutti che derivano dal nostro io egoista, ma che
maturano dallo Spirito stesso di Dio che abita in noi. “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Sono i frutti nuovi
che fanno maturare il Regno di Dio in noi e nel mondo. Sono quanto tutti
abbiamo bisogno oggi.
Pentecoste è veramente l’inizio di una
nuova opportunità.
Quella di una vita di figli amati e non più
di schiavi; quella di poter generare i frutti dello Spirito e non più
dell’egoismo; quella di poter dare un’impronta nuova a questa nostra storia
spesso arenata nel male e spingerla, al vento dello Spirito, verso la bellezza
e l’amore di Dio.
Pentecoste: occasione di ripresa per un
rinnovato cammino personale e per le nostre comunità; un cammino di conversione
allo Spirito e di spazio a Lui e alla sua Parola, se vogliamo essere segno
dell’Amore che Gesù ci ha donato e forza rigenerante della storia dentro la
quale abbiamo la missione di essere i Suoi testimoni.
Senza lo Spirito Dio è lontano, Cristo resta nel passato, l’Evangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità dominio, la missione propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi.Ma, in Lui, il cosmo si solleva e geme nelle doglie del regno, Cristo Risorto è presente, l’Evangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è servizio liberante, la missione è Pentecoste, la liturgia è memoria e anticipazione, l’agire umano è deificato.(Ignazio IV, Hazim, Patriarca greco-ortodosso)
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