‘Segnali indicatori’ per un cammino di
ricerca e di realizzazione.
E’ la prima indicazione che raccogliamo
dalla Parola di Dio oggi. Eli per Samuele, il Battista per i suoi discepoli,
Andrea per Simon Pietro. ‘Segnali indicatori’ che orientano a un altro: a Dio,
a Colui che della fede è il cuore, il centro: Gesù stesso.
La fede passa per ‘testimonianza’: qualcuno
indica a un altro, con la propria vita, l’esperienza che lo ha coinvolto e
trasmette all’altro il desiderio di fare altrettanto. Eli orienta il giovane
Samuele a riconoscere la voce di quel Dio che anche a lui aveva parlato. Il
Battista indica ai suoi discepoli Colui che aveva atteso e preannunciato,
pronto a mettere se stesso in secondo piano. Gli stessi primi discepoli si
chiamano l’un l’altro per condividere un incontro, per far un cammino di
ricerca, per arrivare a stare con Colui che scoprono essere il Dio con noi.
Non sono mai mancati e non mancano nemmeno
oggi questi “segnali indicatori” che portano a Dio. Anche le diverse
confessioni religiose (protestanti, anglicano, ortodossi con noi cattolici)
sono segnali di un cammino articolato di ricerca che porta comunque a una sola
meta: l’incontro con Gesù. L’unità dei cristiani per cui preghiamo in questa
settimana sta proprio in questo cercare Lui e ritrovare in Lui quella comunione
smarrita.
Ogni cristiano è chiamato comunque ad
essere segnale indicatore che orienta a Gesù. La mia vita di battezzato in
Cristo, unito a Lui in un solo corpo, a chi orienta? A Gesù o ad altro?
Penso in particolare ai genitori, agli
educatori, ai catechisti. Tutti noi che abbiamo incontrato Gesù e lo seguiamo,
siamo chiamati a risvegliare attorno a noi il desiderio di incontrarlo, la
gioia di conoscerlo, la bellezza di vivere con Lui in una relazione di amore.
E Gesù lo si indica più che con parole, proprio
con la nostra vita: più essa è intrisa di vangelo e più diventa segnale per chi
ci incontra.
Più ascoltiamo e seguiamo Gesù e più di
conseguenza possiamo diventare indicatori della sua presenza oggi.
In particolare i segnali indicatori che
meglio portano a Gesù sono la capacità di accoglienza verso tutti, il
superamento di ogni divisione, la costruzione della pace e della giustizia.
Si assommano in questi giorni diversi
richiami in proposito: stiamo vivendo il mese della pace, è oggi la giornata
mondiale per i migranti e i rifugiati, inizia la settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani. Non si tratta di un soprapporsi di iniziative diverse,
bensì di diversi richiami a una sola realtà: il vangelo. Quel vangelo che
vissuto diventa capacità di dialogo con chi è diverso da noi, spazio di
accoglienza per chi è rifiutato e migrante, sforzo quotidiano di tessere, con
gesti concreti di riconciliazione e di non violenza, quella pace che tanto
desideriamo.
E il vangelo è Gesù stesso. Se cerchiamo
Lui, se ci mettiamo in cammino seguendo la sua voce che ci dice “Venite e
vedrete”, arriveremo sicuramente a scoprire dove Lui è: nella comunione d’amore
che lo unisce al Padre e a tutti noi. Arriveremo a dare alla nostra vita
armonia e bellezza, superando chiusure, invidie, egoismi e divisioni. Ci
riscopriremo essere, come ci ricorda Paolo, “tempio dello Spirito”, “membra di
quell’unico corpo che è Gesù”, perché uniti a Lui al punto da essere resi
nuovi. Un nome nuovo riceve Simone (“sarai
chiamato Cefa”); indica l’inizio di una vita nuova che fiorisce proprio
dall’esperienza dello stare con Gesù, del vivere in comunione con Lui. E sarà
proprio questa novità di vita a renderci, per altri, ‘segnali indicatori’ che
orientano verso Colui che sazia ogni nostro desiderio di ricerca.
Se ognuno di noi diventasse sempre più
questo segnale; se tutti noi imparassimo a riconoscere, in tanti fratelli e
sorelle anche se diversi da noi per tanti motivi, dei segnali che portano a
Gesù, sicuramente diverrebbe più facile ritrovarci insieme uniti o quantomeno
sentirci insieme tutti in cammino verso un’unica meta: lo stare con Gesù, il
vivere con Lui e come Lui.
Questa è la missione grande che ci è
affidata; questa la responsabilità che abbiamo come cristiani in questa nostra
storia. In una umanità che stenta a trovare strade di pace e di armonia spetta
a noi essere sempre più e meglio quei segnali indicatori che conducono verso
colui che è la bella notizia, la novità offerta a tutti per rendere nuova
questa nostra vita e per rinnovare il mondo stesso, rilanciando il suo cammino
su strade di accoglienza, di giustizia, di comunione fraterna, di pace.
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