Continua l’Epifania, la manifestazione di Dio in
mezzo agli uomini.
La festa del Battesimo di Gesù, non è la semplice
rievocazione di un episodio di cui fare ricordo (come facciamo per il nostro
battesimo o cresima..), ma un gesto di epifania da saper accogliere con la
disponibilità di un cuore in ricerca.
“Cercate il Signore mentre si fa
trovare, invocatelo mentre è vicino” invita il profeta. Tuttavia le sue vie sono ben
diverse dalle nostre: “Quanto il cielo
sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri
sovrastano i vostri pensieri”.
Oggi siamo chiamati a cercare, incontrare il Dio
che si è manifestato in vie, in forme assai ben diverse da come avremmo potuto
immaginare.
Con l’episodio del Battesimo ci vengono indicate queste
vie.
Sappiamo che il Battesimo di Giovanni era un
battesimo di purificazione dei peccati e sappiamo pure che Gesù, in quanto
Figlio di Dio non aveva peccato. Ecco allora la forza scandalosa di questo
gesto: farsi battezzare con i peccatori, non in quanto peccatore, ma per
indicare che la sua via era quella di stare al loro fianco, di condividere con
loro il cammino della vita.
Il Battesimo ci mostra un Gesù che scende in basso,
immerso dentro la nostra storia, il nostro peccato. Gesù inizia il suo cammino
di liberazione offerto all’umanità, immerso nelle acque del Giordano.
Il Messia si propone all’uomo per elevare l’uomo e
farlo ripartire alla luce della nuova vita dei figli di Dio, proprio dal fondo,
dal fondo anche geografico, dal Giordano. La valle del Giordano scende verso il
mar Morto raggiungendo il punto più in basso di tutta la superficie terrestre:
400 metri sotto il livello del mare. E proprio nelle acque del Giordano, il
punto più basso della terra, Gesù viene immerso e lì viene avvolto e
riconosciuto dallo Spirito e dal Padre il Figlio amato, colui nel quale Dio si
compiace.
E’ chiaro che questa non è una scelta casuale, ma
questo fiume e questa valle rappresentano il punto più basso della storia umana
dal punto di vista spirituale, morale e mentale. Il Vangelo viene annunciato
all’uomo dal punto più basso, dal punto più buio mai raggiunto. A una
generazione che ha toccato il fondo arriva l’annuncio della salvezza. E noi
siamo questa generazione che ha toccato il fondo!
Lì in basso, il Padre squarcia i cieli e manifesta
nel Figlio amato tutto il suo amore per noi. Non c’è abisso, non c’è l’aver
toccato il fondo, in cui Dio non si fa presente: anzi, proprio lì si manifesta
e ci offre acqua nuova, l’acqua del suo amore.
E’ l’invito che il Signore ci rivolge con le parole
del profeta: “O voi tutti assetati,
venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate;
venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete
denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? … Porgete
l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete”.
Le tentazioni continue ci portano lontano dalla
fonte della vita, ci ingannano, ci fanno cercare chissà dove la nostra
realizzazione lasciandoci il più delle volte delusi e scoraggiati, sempre più
in basso, nell’abisso.
Il pane che sazia e l’acqua che disseta, dono
gratuito, sono rappresentati e offerti da colui “che è il più forte” e che ci immerge nell’acqua del suo Spirito e
nel sangue del suo amore.
Dio si immerge al nostro fianco per portare a tutti
noi, peccatori, la nuova acqua del suo Spirito, del Suo amore.
Questo Gesù è il dono più grande dell’amore di Dio
per noi come ci ricorda l’apostolo Giovanni nella seconda lettura; tutto ce lo
dimostra: “lo Spirito, l’acqua e il
sangue” ci convincono che Gesù è tutto, tutto l’amore del Padre e tutto il
necessario per la vita dei suoi figli. “Lo
Spirito, l’acqua e il sangue” è come dire tutto ciò che forma la nostra
vita. Quando siamo con Gesù tutto il nostro essere in tutte le sue componenti,
corpo, anima e relazioni familiari e sociali, tutto si sente realizzato: lo
dimostra la serenità e la gioia che percepiamo. Al punto che “chiunque è stato generato da Dio (nello
Spirito, nell’acqua e nel sangue, cioè nell’adesione a Gesù) vince il mondo”.
Questa è la vittoria della fede che ci strappa
fuori da ogni abisso, ci risolleva da ogni fondo in cui cadiamo.
Essa non è adesione a una dottrina, ma adesione a
Gesù, immersione, nel Battesimo, nella sua vita, per vivere ogni giorno nel suo
amore, guidati dalla Sua Parola “in
questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i
suoi comandamenti non sono gravosi”.
Quella Parola che, “come la pioggia e la neve” ha la capacità di fecondare la nostra
vita e di far germogliare in essa frutti di novità; quella parola che non
ritorna, come la pioggia e la neve, “senza
effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui
l’ho mandata”.
Il Battesimo di Gesù dunque ci invita a vivere in
questa adesione profonda a Lui, nell’ascolto della sua Parola, nel fiducioso
abbandono al suo amore misericordioso, nella rinnovata scelta di vivere
‘dentro’, immersi nella storia degli uomini, fianco a fianco a tutti coloro
che, come noi, sono in cammino sulle strade della vita
Con lui anche noi allora diventiamo Figli amati del
Padre e chiamati, proprio in forza del nostro battesimo, a vivere seguendo il
Figlio, ascoltandolo, lasciandoci da Lui amare per portare con Lui dentro la
storia l’acqua viva del suo amore, la feconda novità della sua Parola, la
consapevolezza della salvezza che ci è donata.
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