Siamo forti. Non dobbiamo dimenticarcelo mai. Non dobbiamo mai lasciarci prendere dallo sconforto, dalla sfiducia. Abbiamo una forza che può cambiare continuamente noi stessi e cambiare il mondo intero! Non si tratta di esagerazione, di illusione. Si tratta della nostra vera realtà. Siamo forti, di una forza che può cambiare noi stessi e il mondo.
Questa forza non è frutto delle nostre capacità, del nostro carattere, del nostro ingegno, della nostra volontà. Anzi è vero il contrario: capacità, carattere, ingegno, volontà vengono anch’essi da questa Forza che ci avvolge, ci pervade, ci abita.
Questa forza è dono. Il suo nome è Spirito. Spirito di Dio, Spirito santo. E’ lo Spirito del Padre e del Figlio che ci è donato e abita in noi.
Lo abbiamo ascoltato nella Parola: “Lo Spirito di Dio abita in voi” ci ha ricordato Paolo. “Non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, siamo figli di Dio”. “Egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre” promette Gesù ai suoi discepoli. Un “altro Paraclito”, cioè difensore, aiuto che ci sta accanto; il primo è stato Gesù, ora lo Spirito di Gesù e del Padre che definitivamente viene ad abitare in noi. Mai più soli, mai più schiavi, mai più schiacciati dal male. Con noi l’avvocato difensore, il Paraclito che sostiene. Con noi la forza stessa della presenza di Dio.
“Senza la tua forza, nulla è nell’uomo”. E’ la consapevolezza che nasce in questo giorno di Pentecoste. Noi siamo da sempre abitati da Lui, ogni cosa respira grazie a Lui. Se lo sapessimo davvero, se lo avvertissimo sempre presente e vivo accanto a noi, a soffiarci dentro forza e coraggio, a calmare la nostra angoscia, a carezzare le nostre ferite, Lui il Consolatore. Invece ce ne ricordiamo solo oggi, e giusto solo per un paio d’ore, che esiste Qualcuno “con noi per sempre”.
Grande, fondamentale la festa della Pentecoste che oggi celebriamo. Essa porta a compimento in noi la Pasqua di Gesù, nel senso che permette che si compia in noi e nella chiesa.
Da qui scaturisce la vita cristiana quale vita spirituale, cioè guidata dallo Spirito, nostra forza, luce, sostegno. Vita eterna che già germoglia dentro la nostra vita terrena.
Una vita che deve aprirci allora a nuove relazioni.
Con Dio che, alla luce dello Spirito che Gesù ci dona ci è rivelato “Padre, Abbà”, papà.
Con le altre creature che alla luce del medesimo Spirito si rivelano fratelli e sorelle, tutti chiamati a costruire fraternità, comunione, armonia. Chiamati a “parlare in altre lingue”, a parlare il nuovo linguaggio del vangelo, dell’amore, che tutti, in ogni parte del mondo possono comprendere e vivere; è la vocazione e la missione della Chiesa.
Certo lo Spirito non opera come un mago, va accolto con fede e umiltà, come hanno fatto i discepoli e Maria nel Cenacolo.
Lo Spirito va invocato e alimentato in noi attraverso la quotidiana preghiera e l’ascolto della Parola affinché possa diventare luce e guida: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.”
Dallo Spirito dobbiamo lasciarci quotidianamente plasmare, edificare per essere capaci di una profonda vita interiore e per saper costruire una vita di comunione e di armonia tra noi e con tutti. Allora si ritrova energia, capacità di uscire allo scoperto, di parlare il linguaggio nuovo della fede, di vivere con coraggio il vangelo. Allora si ha veramente la forza di lavorare perché lo Spirito cambi noi stessi, la chiesa e il mondo.
Non stanchiamoci di invocarlo e di accoglierlo nella nostra vita, perché solo Lui è la forza capace di “rinnovare la terra”.
Pentecoste: occasione di ripresa per un rinnovato cammino personale e per la Chiesa che nasce dal soffio e dal fuoco dello Spirito. Un cammino di conversione allo Spirito e di spazio a Lui e alla sua Parola, se vogliamo essere segno dell’Amore che Gesù ci ha donato e forza rigenerante della storia dentro la quale abbiamo la missione di essere testimoni di speranza e operatori della Sua Pace.