Far rumore, alzare la voce: è diventato il modo di ricordare i fatti più dolorosi e violenti in questo ultimo periodo. Abbiamo visto giovani picchiare pugni sui banchi o far tintinnare mazzi di chiavi per richiamare l’attenzione su fatti di femminicidio, su delitti e ingiustizie.
E’ certo un modo per non far passare sotto silenzio questi episodi. Ma questo gesto eclatante rischia di rimanere isolato e soprattutto incapace di affrontare e di modificare quanto si vuole condannare.
Anche la Parola di Dio oggi invita a fare questo: “Alza la voce con forza, alza la voce non temere”, “Voce di uno che grida”. Questa voce trapassa la storia: dal profeta Isaia è ripresa da Giovanni Battista, e oggi risuona in mezzo a noi.
Tuttavia appare voce che non ha lo scopo di condannare qualcosa bensì di indicare nuovi inizi. E’ voce che invita a riconoscere che nella storia c’è un nuovo inizio, una novità: “Inizio del vangelo” inizio di una buona notizia destinata a provocare “nuovi cieli e una terra nuova”.
C’è una novità dentro la storia, dentro la nostra vita. Ecco il messaggio che la voce annuncia.
Una novità da scoprire e accogliere, che può portare speranza, pace, serenità, pienezza di vita; capace di rovesciare ogni situazione di violenza, di odio, di ingiustizia.
Questa novità è una persona “Colui che viene e che è più forte”, è il “Signore Dio”. Questi è colui che aspettiamo nell’avvento; o meglio Colui che già in mezzo a noi, siamo invitati a riconoscere e a seguire, camminando sulle sue strade.
“Preparate la via al Signore” dice la voce. E’ questa un’opera di abbassamento, di decisioni a spianare e raddrizzare sentieri. I sentieri del cuore troppo persi alla ricerca di false novità. I muri dell’odio da abbattere, fratelli e sorelle da risollevare e innalzare, da strappare fuori da valli di lacrime. Quel prepotente orgoglio che si leva dal nostro nulla, da demolire. E’ tutto un lavoro di conversione, ovvero di ‘svolta a u’, di totale ribaltamento di una vita impostata su pensieri, logiche, scelte che portano solo a generare vuoti, valli incolmabili di divisioni, muri enormi di separazioni.
Ma solo così si diventa messaggeri di buone notizie in un mondo invaso da notizie fasulle, messaggeri di speranza in una realtà cupa e avvolta da crescente pessimismo, annunciatori di una Parola che ha la forza di trasformare la vita e la storia.
“Viene dopo di me Colui che è più forte di me”: Lui annunciamo, il più forte nell’amore e non certo nella violenza; Lui che con la sua vita, le sue parole e i suoi gesti, ci ha manifestato la forza rinnovatrice della mitezza, del perdono, della tenerezza, dell’amore che arriva a dare la vita per i propri amici e anche per i nemici. Questo ‘più forte’ è la buona notizia che oggi la chiesa, tutti noi cristiani, siamo chiamati a far risuonare con forza e coraggio.
“Alza la tua voce”: è l’appello che la Parola ci rivolge. Parla di Gesù, porta Gesù. Vivi come Gesù.
Oggi il mondo ha bisogno di tali profeti che sanno vedere, annunciare e collaborare nel costruire “i nuovi cieli e una terra nuova” dove abiti ‘il più forte’, il giusto che tutti ama e salva.
Il Natale sia occasione per questo ricominciamento; sia spazio propizio per scambiarci, non vuoti e abituali freddi auguri, ma la Notizia bella, buona e vera che è Gesù e la sua Parola. Diventiamo, con la vita oltre che con le parole, questa ‘voce che grida’, che incita alla speranza, al coraggio di saper ricominciare sempre di nuovo nonostante tutto e tutti, alla gioia che nasce da gesti di amore distribuito senza calcoli e a piene mani. Profeti di un Dio che non si stanca mai di nessuno di noi, non si stanca mai di questo mondo, anzi: con noi, qui in questa umanità sta di casa, perché noi siamo i suoi figli amati, sempre e nonostante tutto. Che bella notizia! Una storia diversa può finalmente ricominciare!
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