Il vangelo dei ‘chi’: così potremmo definirlo. E’ un continuo susseguirsi di frasi che iniziano con ‘chi’. Gesù sta parlando ai suoi apostoli e in loro vediamo tutta la chiesa, il popolo dei battezzati. E Paolo nella seconda lettura ricorda che il battezzato è colui che vive una vita nuova. Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Gesù si rivolge a chi vive la vita nuova scaturita dal battesimo, a noi suoi discepoli. Quasi a ricordarci le caratteristiche di questa vita nuova. Ogni ‘chi’ è come un mettere in luce un aspetto della novità cristiana.
Proviamo a elencare queste novità.
Prima novità: mettere Gesù sopra tutto e tutti. Amare Gesù ‘più di’ madre, padre, figlio, più del proprio io e della propria vita. Che non vuol dire amare meno gli altri, ma amarli nel modo più autentico e vero, amandoli in riferimento a Lui e come Lui ama. La vita vecchia tende a possedere l’altro e a legarci a tal punto da essere dipendenti dentro una logica di possesso. La vita nuova di chi si riconosce vivente in Cristo Gesù, porta a vivere un amore vero che ha come unico riferimento l’amore stesso di Gesù, amato di più, prima e sopra ogni altra persona o cosa, o meglio amando gli altri, se stessi, le cose, attraverso Lui, fino ad amare come Lui ci ha amati, in libertà e gratuità.
Seconda novità: intraprendere la stessa via di Gesù che è la via della croce, cioè del dono che apre alla vera vita, seguendole le orme di Lui che ha donato sé stesso fino alla morte di croce: “Chi non prende la propria croce e non mi segue non è degno di me”.
Ecco poi la terza novità: ”Chi avrà tenuto per sé la propria vita la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà”. Gesù parla di una causa per cui vivere, che vale più della stessa vita. E Lui, che l’ha perduta per la causa dell’uomo, l’ha ritrovata. E’ nel perdersi per Lui che ci si trova. Sebbene siamo sempre affannati nel tentativo di conquistare e possedere, in realtà la vita fiorisce solo laddove si è disposti a perdere. A pensarci bene ogni giorno siamo chiamati a perdere qualcosa per poter vivere: ci viene chiesto a volte di perdere il nostro tempo per ascoltare qualcuno, ci viene chiesto di farci da parte per lasciare spazio a qualcun altro, ci viene chiesto di scomodarci per andare incontro ai bisogni e alle esigenze che ci vengono posti davanti. Possiamo capire la disponibilità a perdere solo se assumiamo ogni giorno la logica del Vangelo, cioè la croce-dono, come criterio delle nostre scelte. Solo perdendo, si può seguire veramente Gesù. Si perde per amore, si raccoglie per amore, quando si scopre che l’unico modo per generare è perdere qualcosa di noi.
Ecco allora un quarto segnale di vita nuova: accogliere, riconoscendo Gesù in tutti. Chi accoglie un profeta, chi accoglie un giusto… chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa. L’accoglienza spaventa, ma in realtà comincia dai piccoli gesti, comincia da un bicchiere d’acqua fresca. Purtroppo abbiamo caricato la parola accoglienza di tanta ideologia, l’abbiamo sovraccaricata di ragionamenti politici e finanziari, fino a perdere il valore primitivo di un gesto semplicemente umano che custodisce l’essenza di quello che siamo: esseri in relazione. Una relazione che dona la vera ricompensa subito: si rimane arricchiti dall’altro, si attua uno scambio vitale. Non è solo dare, ma anche ricevere. Doni un bicchiere d’acqua e ricevi l’eternità, la vita di amore di Dio. Lo ricorda bene anche la prima lettura. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Ecco così emergere in tutta la sua novità e bellezza la vita nuova dei figli di Dio, dei rinati nel Battesimo, vita che trova il suo senso in Gesù: amato sopra tutto, seguito sulla via del dono, fino a perdere la vita per lui, accolto in ogni persona che incontriamo.
Chiediamo la grazia che viene dallo Spirito per saper manifestare sempre più chiaramente la novità del vangelo nel nostro vivere di ogni giorno.
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