Dalla “necessità di pregare sempre senza stancarsi mai” come dice Gesù nel vangelo, all’invito di Paolo “tu rimani saldo e annuncia la Parola”, alla fatica di Mosè sul monte che “sentiva pesare le mani” che teneva elevate al cielo.
Tre diversi passaggi per un unico messaggio: saper perseverare. Come Mosè ritto sul monte durante la lotta. Nella Parola ascoltata e annunciata in ogni momento. Nella preghiera “senza stancarsi mai”. Perseverare.
Riconosciamolo senza timore: facciamo fatica in questo. La perseveranza non è così all’ordine del giorno… Un po’ in tutti i campi della vita e anche come cristiani nel vivere la nostra fede abbassiamo in fretta le mani davanti ai problemi, le lotte, le sfide che la vita ci presenta. Non stiamo così saldi come dovremmo nella Parola di Dio e di conseguenza annunciarla, testimoniarla non ci viene così facile. E infine pregare sempre... sembra utopia; si prega ma quando capita, quando ne abbiamo voglia, tempo, bisogno.
Lecita allora la domanda finale di Gesù: troverò ancora fede?, troverò uomini e donne che sanno perseverare nel seguirmi?
Perché alla fine è la fede che si spegne se viene meno la perseveranza. Come se un atleta, un artista si allenassero solo occasionalmente: quali risultati otterrebbero? Ben pochi. Solo la perseveranza quotidiana rende capaci di ottenere grandi risultati in ogni campo; senza ci si ferma solo alla superficialità, al pressapochismo o addirittura si cade nel fallimento.
Il mese missionario che stiamo vivendo si pone come occasione propizia per rafforzare la nostra perseveranza.
“Di me sarete testimoni”: è l’invito che risuona in questo mese, accompagnato anche da vite che parlano, testimonianze di santi e di semplici missionari che con perseveranza hanno lavorato e lavorano per la crescita del regno di Dio dentro la storia. Abbiamo – in settimana – ricordato i 60 anni dell’inizio del Concilio Vaticano II°: una sfida ancora aperta per il rinnovamento autentico della chiesa a servizio del mondo. Un Concilio che ci ha fatto scoprire la nostra vocazione di battezzati e appartenenti all’unico popolo di Dio, la chiesa di Cristo, chiamata a portare nella storia l’amore misericordioso del Padre e a operare per una umanità riconciliata, capace di vivere nella pace e di riconoscersi orientata alla fraternità universale. Sono pungoli forti e belli. Lasciamoci interpellare da tutto ciò. Diamo una scossa al nostro vivere da cristiani abitudinari o occasionali per diventare cristiani perseveranti nel seguire Gesù e il suo vangelo e con Lui affrontare le lotte di oggi con mani alzate e pronte alla collaborazione con tutti, saldi alla luce della Parola e permanenti nella preghiera continua, che altro non è che vivere nel respiro di Dio ogni momento della nostra vita, confidando sempre nel suo aiuto. “Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi varrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore”. così abbiamo pregato nel salmo responsoriale.
Sostenuti dal suo aiuto, custoditi della sua Presenza, “il Signore ti custodirà da ogni male, egli custodirà la tua vita, il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre”, camminiamo con gioia nella fede.
Questo sentirci ovunque custoditi è il segno che la nostra preghiera è continua e che la nostra fede è viva. Diventi allora anche la nostra vita testimonianza sempre più chiara di questa fede imparando declinare ogni giorno nelle nostre scelte il vangelo di Gesù.
Solo questa capacità di perseverare pur in mezzo alle fatiche, alimentandoci nell’ascolto della Parola e nel respiro calmo e profondo della preghiera, ci renderà non solo credenti ma soprattutto credibili. Uomini e donne che sapranno tener vivo nel tempo il fuoco della fede fino al giorno del Suo ritorno lavorando nella storia per portare a compimento il progetto di Dio.
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