Marco ci presenta Gesù che “entrato di sabato nella sinagoga, a Cafarnao, insegnava”: un insegnare che suscita negli ascoltatori stupore. Motivo: le parole ascoltate risuonano non a vuoto, ma cariche di autorevolezza, di forza. Ben due volte viene sottolineato: “insegnava loro come uno che ha autorità”; e ancora, al termine dell’episodio: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità”.
Queste due constatazioni fanno da apertura e chiusura a un fatto che avviene proprio lì nella sinagoga davanti a tutti: la guarigione dell’uomo posseduto dal male. Un episodio che è la prova concreta di come la parola di Gesù sia forte, capace di liberare e guarire. Una guarigione che evidenza come Gesù è venuto a ‘rovinare’ il Male e quanti stanno dalla parte del male. (“Sei venuto a rovinarci?”) Attraverso questo fatto si vuole evidenziare dunque la potenza della Parola di Gesù.
“Il Signore tuo Dio susciterà in mezzo a te un profeta”: così aveva preannunciato Mosè (1let.). Gesù è il profeta, venuto a dirci le parole di Dio. Più ancora lui stesso è la Parola di Dio che si compie, si attua e offre a tutti salvezza.
La Sua è una Parola che ha la forza di liberare, di guarire l’uomo, di far tacere la voce del male, di far uscire dai nostri pensieri e dalla nostra vita la forza delle tenebre e riportare luce, verità, pace. “Taci! Esci da lui”: basta questo perché il male abbia a contorcersi su se stesso e, in una lotta mai conclusa, lasciare spazio alla Sua Presenza.
Come non vedere in quest’“uomo posseduto da uno spirito impuro”, cioè uno spirito contrario, antagonista a Dio, ogni uomo? Siamo rappresentati anche noi ogniqualvolta ci lasciamo dominare dal male, quando lasciamo che in noi si affermino pensieri e atteggiamenti contrari a Dio, che ci ingannano e seducono, fino a ritrovarci incatenati dal male stesso. Tutti noi di fatto siamo ‘posseduti’ dal male; esso è radicato dentro nel nostro cuore. E più stiamo lontani da Dio e più questo male trova terreno libero, prende campo, si afferma e alla fine ci fa suoi schiavi.
Abbiamo bisogno di lasciar entrare nel nostro cuore l’unico rimedio possibile: quell’ “insegnamento nuovo”, quella Parola che sola ha la forza di sbaragliare il male, di metterlo a tacere, di farlo uscire dalla nostra vita, seminando nei nostri la presenza liberante e pacificatrice di Dio.
Ecco perché ascoltare la Parola di Gesù non è un passatempo per chi non ha altro da fare, ma dovere preciso di ogni cristiano. “Ascoltate oggi la voce del Signore!” (Salmo) Troveremo nella Parola di Dio soprattutto la forza per affrontare il male che quotidianamente, nelle sue più svariate forme, ci tenta, ci affascina, ci inganna.
Liberarci per liberare. Oggi infatti ci sono molteplici situazioni che devono interpellarci perché, vinta ogni indifferenza, impariamo a prenderci cura soprattutto di chi è provato dal male, così da offrire parole di speranza, gesti di guarigione e di misericordia.
Abbiamo celebrato in settimana la memoria della Shoah: annuale richiamo a sradicare dal cuore ogni forma di odio ma anche a non chiudere gli occhi su tante persone ancora emarginate, profughe, disprezzate.
Oggi ricorre l’annuale giornata a sostegno dei malati di lebbra; una malattia ora quasi debellata, dopo tanti anni, perché il disinteresse e l’egoismo dei Paesi ricchi ha impedito di prendersene cura con efficacia e impegno. Volti diversi di un male che ieri come oggi è presente e segna la vita sociale. Anche la pandemia che stiamo affrontando ci chiama a uscire dall’indifferenza e dall’egoismo; invece già crescono le differenze, si innesca la ‘guerra’ per i vaccini, più attenti a questioni economiche che non ai bisogni reali, al bene di tutti…
Abbiamo bisogno di giustizia e di equità se vogliamo aprirci a un futuro di speranza. Abbiamo bisogno di far sì che le nostre coscienze siano illuminate da una Parola vera, che ci aiuti a non cadere, davanti al male, nell’indifferenza o peggio ancora nella connivenza con esso. La Parola di Dio è guida che ci rende capaci di riconoscere il valore della vita umana, la dignità di ogni persona; essa apre il cuore alla compassione e alla misericordia, rende capaci di solidarietà di tenerezza verso chi soffre. Alimenta, in chi la ascolta, sentimenti di pace, di giustizia, di autentica fraternità.
“Un insegnamento nuovo dato con autorità”: parola e vita che si fondono per offrire salvezza e liberazione a tutti.