Il tema conduttore della Parola di Dio in questa festa della santa famiglia di Nazaret è il tema della fiducia. Attraversa tutte le letture così da diventare motivo di riflessione e di richiamo per noi e per tutte le nostre famiglie.
Nei testi ascoltati sono presentati personaggi diversi: da Abramo e Sara, da Maria e Giuseppe con il bambino Gesù a Simeone e Anna. Famiglie, che pur nella diversità delle loro epoche e condizioni, vivono nella fiducia in Dio e a Lui si affidano.
Oggi noi, come famiglie e come società, abbiamo bisogno di un recupero di fiducia sia per il momento critico che stiamo vivendo sia per i problemi che in particolare le famiglie sono chiamate ad affrontare.
Proviamo allora a declinare questa fiducia dentro la nostra vita, per noi oggi. Riscopriamo cosa vuol dire vivere nella fiducia e come alimentarla.
- Fiducia è credere innanzitutto che Dio, non solo esiste, ma guida come Padre la nostra storia personale e sociale e la conduce, pur attraverso prove e fatiche (che non è lui certo a volere) verso la pienezza del bene. Così ci dice in particolare la vicenda di Abramo e di Sara, ma non solo… Questi personaggi riconoscono che Dio è fedele alle sue promesse (lo abbiamo anche proclamato nel salmo: “Il Signore è fedele al suo patto”) e dona, a quanti in lui ripongono fiducia, le sue benedizioni. Fiducia dunque è saggezza, è vivere con questa sapienza che sa leggere fatti e avvenimenti alla luce delle promesse di Dio, della Sua Provvidenza.
- Fiducia, di conseguenza, è mettere la nostra vita nelle Sue mani, “consegnarsi” a Lui, presentarsi a Lui facendo della nostra vita un’offerta di amore, riconoscendo la nostra vita suo dono e nella certezza che solo Lui può sempre stare al nostro fianco e sostenerci. E’ quanto fanno Giuseppe e Maria andando al Tempio con Gesù. Una fiducia che si traduce quindi in preghiera, quale abbandono al Suo amore e alla sua presenza.
- Fiducia diventa allora, proprio perché illuminati dalla preghiera, capacità di vedere una luce anche nel buio, in tutto ciò che appare piccolo, debole, insignificante. Proprio come hanno saputo fare il vecchio Simeone e Anna, riconoscendo in quel bambino la visita di Dio: ”i miei occhi hanno visto la tua salvezza”. E’ lo sguardo dell’amore che aiuta a vedere con il cuore l’altro che abbiamo accanto o tra le braccia e riconoscere la sua dignità, valore e grandezza.
- Fiducia diventa infine la capacità di affidarci all’Altro, appunto perché riconosciuto nel suo valore autentico. All’altro che è Dio, che sono i genitori, i fratelli, i vicini, il prossimo… E’ in questa apertura di fiducia verso l’altro, in questo confronto costruttivo, che ciascuno trova la capacità e l’aiuto per la sua personale crescita e fortificazione. Gesù “cresceva e si fortificava pieno di sapienza” proprio fidandosi di Maria e Giuseppe e del Padre suo celeste. Questa fiducia si traduce in capacità di ascolto e di dialogo che apre all’obbedienza vera e reciproca che ci fa liberi.
Questo oggi chiediamo alla santa famiglia di Nazaret per noi e per tutte le famiglie. Una rinnovata fiducia alimentata da una quotidiana capacità di vivere con sapienza e saggezza, nella preghiera di abbandono, nell’amore che apre lo sguardo alla presenza di Dio, nell’ascolto reciproco che ci permette di portare a pienezza i doni e le capacità personali.
Un bel cammino ma che merita di essere affrontato. Ridiamo spazio nelle nostre giornate a questi ingredienti e vedremo la fiducia crescere in abbondanza e la nostra vita ritrovare slancio e coraggio. Non solo l’arrivo di un vaccino deve rincuorarci, ma più ancora e soprattutto il ridare spazio a quanto alimenta la fiducia vera che apre la vita alla speranza e dona a noi la forza per affrontarne i passi, anche quelli più difficili e dolorosi. La famiglia di Nazaret ci accompagni e ci apra la strada.
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