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giovedì 31 dicembre 2020

Buon passaggio...

 


Questo 2020

Siamo attraversati, Signore, da sentimenti contraddittori riguardo a questo 2020. È vero che il mondo non aveva memoria di un anno così, anno impraticabile, metallico, fradicio di afflizione, cucito da un lungo filo di abbandono. Un anno che abbiamo la tentazione di interpretare più come un intruso che come un ospite. Un anno che ci ha imposto una maschera sul viso, ma ne ha fatte cadere tante altre che nemmeno sapevamo essere maschere: le false sicurezze, il mito del progresso infallibile, l’idea di essere al riparo dalle grandi tempeste. Ci siamo scoperti vulnerabili ed esposti a rischi che non erano sotto nostro controllo.

Ci siamo scoperti impreparati al passaggio del tempo, più aspro che d’abitudine.

La bufera che si è abbattuta ha imposto bruschi limiti ai luoghi e alle espressioni della vita. E abbiamo tutti di nuovo imparato a sillabare, più e più volte, parole come incertezza, fragilità, solitudine, paura.

Ma il 2020 non è stato unicamente questo. Quanti gesti l’amore ha moltiplicato! Quanta dedizione è venuta a contrastare la rimozione della speranza. Quanta fraternità e servizio hanno illuminato gli sfocati contorni del presente. Nel mezzo delle privazioni, quanti doni si sono dati appuntamento. Nella severità, quante storie di dolcezza restano ancora da raccontare. Nella sconvolgente ora della prova, Signore, quante volte, pregando, sentiamo di stare tra le tue ali.

L’anno che verrà

Ti affido, Signore, l’anno che viene. Dacci sapienza per pascere i giorni, pazienza sufficiente per sopportare quello che occorrerà sopportare, e un cuore puro per credere. Fa’ che noi sappiamo porci in umile relazione con le cose grandi di cui la vita è fatta. Che ci sentiamo apprendisti e discepoli della rivelazione del tuo amore che avviene nel tempo.

Insegnaci a considerare che non è il male, bensì una traccia di bontà, ciò che meglio rispecchia un cuore.

Insegnaci a non voler essere padroni di niente e di nessuno, ma pellegrini consapevoli che la storia a cui attraccano è una terra sacra. Per chi vuole udirlo, il vento del tuo Spirito passa come un fischio primaverile che annuncia il disgelo. La nostra esistenza non è mai così bella come quando tu ci guardi, Signore!


 

sabato 26 dicembre 2020

"Un'iniezione di fiducia!" - Festa della santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.


Il tema conduttore della Parola di Dio in questa festa della santa famiglia di Nazaret è il tema della fiducia. Attraversa tutte le letture così da diventare motivo di riflessione e di richiamo per noi e per tutte le nostre famiglie.

Nei testi ascoltati sono presentati personaggi diversi: da Abramo e Sara, da Maria e Giuseppe con il bambino Gesù a Simeone e Anna. Famiglie, che pur nella diversità delle loro epoche e condizioni, vivono nella fiducia in Dio e a Lui si affidano.

Oggi noi, come famiglie e come società, abbiamo bisogno di un recupero di fiducia sia per il momento critico che stiamo vivendo sia per i problemi che in particolare le famiglie sono chiamate ad affrontare.

Proviamo allora a declinare questa fiducia dentro la nostra vita, per noi oggi. Riscopriamo cosa vuol dire vivere nella fiducia e come alimentarla.

- Fiducia è credere innanzitutto che Dio, non solo esiste, ma guida come Padre la nostra storia personale e sociale e la conduce, pur attraverso prove e fatiche (che non è lui certo a volere) verso la pienezza del bene. Così ci dice in particolare la vicenda di Abramo e di Sara, ma non solo… Questi personaggi riconoscono che Dio è fedele alle sue promesse (lo abbiamo anche proclamato nel salmo: “Il Signore è fedele al suo patto”) e dona, a quanti in lui ripongono fiducia, le sue benedizioni. Fiducia dunque è saggezza, è vivere con questa sapienza che sa leggere fatti e avvenimenti alla luce delle promesse di Dio, della Sua Provvidenza.

- Fiducia, di conseguenza, è mettere la nostra vita nelle Sue mani, “consegnarsi” a Lui, presentarsi a Lui facendo della nostra vita un’offerta di amore, riconoscendo la nostra vita suo dono e nella certezza che solo Lui può sempre stare al nostro fianco e sostenerci. E’ quanto fanno Giuseppe e Maria andando al Tempio con Gesù. Una fiducia che si traduce quindi in preghiera, quale abbandono al Suo amore e alla sua presenza.

- Fiducia diventa allora, proprio perché illuminati dalla preghiera, capacità di vedere una luce anche nel buio, in tutto ciò che appare piccolo, debole, insignificante. Proprio come hanno saputo fare il vecchio Simeone e Anna, riconoscendo in quel bambino la visita di Dio: ”i miei occhi hanno visto la tua salvezza”. E’ lo sguardo dell’amore che aiuta a vedere con il cuore l’altro che abbiamo accanto o tra le braccia e riconoscere la sua dignità, valore e grandezza.

- Fiducia diventa infine la capacità di affidarci all’Altro, appunto perché riconosciuto nel suo valore autentico. All’altro che è Dio, che sono i genitori, i fratelli, i vicini, il prossimo… E’ in questa apertura di fiducia verso l’altro, in questo confronto costruttivo, che ciascuno trova la capacità e l’aiuto per la sua personale crescita e fortificazione. Gesù “cresceva e si fortificava pieno di sapienza” proprio fidandosi di Maria e Giuseppe e del Padre suo celeste. Questa fiducia si traduce in capacità di ascolto e di dialogo che apre all’obbedienza vera e reciproca che ci fa liberi.

Questo oggi chiediamo alla santa famiglia di Nazaret per noi e per tutte le famiglie. Una rinnovata fiducia alimentata da una quotidiana capacità di vivere con sapienza e saggezza, nella preghiera di abbandono, nell’amore che apre lo sguardo alla presenza di Dio, nell’ascolto reciproco che ci permette di portare a pienezza i doni e le capacità personali.

Un bel cammino ma che merita di essere affrontato. Ridiamo spazio nelle nostre giornate a questi ingredienti e vedremo la fiducia crescere in abbondanza e la nostra vita ritrovare slancio e coraggio. Non solo l’arrivo di un vaccino deve rincuorarci, ma più ancora e soprattutto il ridare spazio a quanto alimenta la fiducia vera che apre la vita alla speranza e dona a noi la forza per affrontarne i passi, anche quelli più difficili e dolorosi. La famiglia di Nazaret ci accompagni e ci apra la strada.

 

venerdì 25 dicembre 2020

I regali di Natale: vedere, ascoltare, accogliere per generare!

 


Natale… in questo anno così particolare. Cosa ci dice questa festa oggi? Forse mai come oggi abbiamo bisogno di Natale, di rinascita, ma soprattutto di Qualcuno che ci apra un orizzonte di luce…di salvezza!

Natale più che una rievocazione dei fatti, più che una festa da ripetere è un’occasione da non perdere.

L’occasione per tornare a vedere, ascoltare e accogliere questo  Qualcuno che è il Dio con noi. Questo ci regala il Natale.

Il primo regalo è il saper vedere, in profondità, nella notte.

Nelle letture si insiste sul verbo vedere: “Le sentinelle vedono con gli occhi il ritorno del Signore.. tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio”. “Noi abbiamo contemplato la sua gloria… Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito è lui che lo ha rivelato”.

Saper vedere in profondità: questo l’invito.

C’è uno sguardo puramente umano, materiale. Ma è possibile anche uno sguardo profondo, interiore, spirituale cioè mosso dallo Spirito. La realtà in cui viviamo immersi è una, identica, uguale per tutti; ma il modo di vederla e di affrontarla può essere diverso.

Ecco l’occasione che il Natale ci offre: occhi nuovi per vedere oltre. Per vedere stelle nel buio, per vedere amore dove serpeggia odio, egoismo, falsità… Per vedere Dio, quel Dio con noi, che è entrato in questa storia, la abita, è in essa il Presente. Saper vedere Lui è vedere la speranza, è vedere orizzonti di novità e di riuscita, è percepire che si può vivere diversamente, con nuove scelte, con una impostazione diversa di vita.

Dalla crisi in cui siamo immersi dobbiamo imparare proprio questo. Un nuovo sguardo, che ci aiuti a vedere tutto il positivo che c’è, e un nuovo modo di vivere, che ci aiuti a generare novità.

Secondo regalo del Natale è saper ascoltare. La Parola chiede ascolto. C’è “un messaggero di buone notizie che annunzia la salvezza”. “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri…in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”. “In principio era il Verbo (il Senso di ogni cosa) e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”.

Natale è ascoltare –come Maria– quella Parola che è da principio, che è il principio di tutto e a tutto dà senso, luce, vita.  In Gesù, Parola del Padre, Dio ci ha detto tutto di Lui, si è pienamente manifestato a noi.

Oggi siamo sommersi da parole spesso vuote se non false, parole inutili… Apriamo le orecchie e il cuore alla parola vera che si è resa carne, vita: Gesù. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in noi”.

Ecco allora il terzo regalo: un cuore disponibile a saper accogliere una Presenza che rinnova e dona dignità e bellezza. “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. Il Natale ci rivela chi veramente siamo: figli amati nel Figlio. Non più soli, abbandonati, scoraggiati, ma amati, abitati, accompagnati, sostenuti. Accogliere è far nascere Gesù in noi, nella nostra vita, nelle nostre scelte, dentro la fragilità del nostro quotidiano. “Nascesse Cristo mille volte a Betlemme ma non nel tuo cuore, sei perduto in eterno” scrive un mistico cristiano.

Natale dunque è l’occasione che si rinnova anche quest’anno e chiede solo di non essere sprecata, ma accolta.

C’è una luce dentro le nostre tenebre; c’è una Parola di verità dentro le nostre vuote parole; c’è una Presenza d’amore dentro la nostra storia personale, dentro la nostra umanità.

Luce, Parola, Presenza che se vista, ascoltata, accolta, può generare una nuova nascita, aprirci a un domani di speranza e di novità, renderci capaci di ripartire dopo i mesi pesanti che stiamo vivendo.

“Guardate a Lui e sarete raggianti” dice il salmo 33(34).

Gesù –luce, parola, presenza- il Dio fatto uomo, può rendere raggiante, bella la nostra vita e quella dell’intera umanità.

A noi vedere, ascoltare e accogliere Lui,per generare una vita, una storia, una umanità nuova.

A noi il diventare il Natale di Dio!

giovedì 24 dicembre 2020

Buon Natale!

 


Vieni sempre Signore

Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre Signore.
Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, o Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore. 

Vieni sempre, Signore.

 

(D.M. Turoldo)