Dopo alcuni mesi di “digiuno eucaristico” abbiamo ripreso a celebrare insieme l’Eucaristia. Un digiuno che – mi auguro – ci porti tutti a riscoprire il valore, l’importanza di questo gesto per gustarlo e viverlo maggiormente. Torniamo a Messa più consapevoli, più partecipi, più gioiosi, nonostante i limiti che ci sono ancora richiesti.
Nella Messa c’è tutta la concretezza dell’amore di Dio per noi (che nessuna diretta televisiva potrà mai dare…). La Messa è fatta di corpo e di sangue: di un Dio dono per noi; di noi che facciamo corpo con Lui per imparare a farci dono reciproco.
La festa di oggi fa risuonare nella Parola di Dio questa concretezza: Dio è un Dio che nutre, che offre se stesso, corpo e sangue, la vita tutta per noi. Ricordandoci il legame essenziale tra il mangiare e il vivere: più volte ritorna l’espressione “chi mangia… vivrà”. Per vivere – lo sappiamo bene – occorre mangiare, nutrirsi; senza energie non si cammina, non si fa nulla, non si vive.
E’ per questo che Dio si fa conoscere al suo popolo come il Dio che nutre: già con Mosè nel cammino lungo il deserto Dio nutre il popolo con la manna e gli dona così vita conducendolo alla terra promessa.
Poi manda il suo Figlio: Gesù nasce in una mangiatoia a Betlemme, la casa del pane, e fa della sua vita un dono per tutti, nutrendo l’umanità con il suo amore misericordioso. Per questo si presenta, davanti ai giudei affermando: “io sono il pane della vita”; “se non mangiate la mia carne non avete in voi la vita”.
Pane, carne, corpo e sangue: immagini che dicono di una vita offerta per amore. E Gesù, con la sua vita donata a noi, è sorgente di ogni energia. Con la sua vita alimenta la nostra e ci dona la forza per affrontare il cammino dell’esistenza, con tutte le sue fatiche e prove, in mezzo a ogni deserto.
Questa sua energia inoltre, non è solo sostegno individuale, ma diventa anche legame tra tutti noi che attingiamo ad essa, infatti: “poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane”.
L’eucaristia diventa fermento di comunione, di unità, legame di amore tra tutti coloro che vi partecipano, perché unendoci alla vita di Cristo ci rende il suo corpo, la sua famiglia: “il pane che spezziamo non è forse comunione con il corpo di Cristo?” ci ricorda Paolo. Così dall’eucaristia nasce e si edifica la comunità, la chiesa.
Ecco dunque cosa produce il nutrimento che Dio offre attraverso Gesù: energia vitale per ciascuno (vivrà per me), legame d’amore tra tutti (un solo corpo).
Questo veniamo a celebrare e a vivere ogni domenica. Non “a sentire”, “a vedere”, ma a vivere da protagonisti; qui ad attingere da Gesù vita, forza, capacità di amare.
Per realizzare questo impariamo a venire alla Messa senza dimenticare mai due verbi: “ricordati” e “mangia”.
“Ricordati” innanzitutto (1 lett. - memoriale). Ricordati dell’Amore. Ricordati che la tua vita va avanti ed è sostenuta da un’energia d’amore che è Dio. Quando sei stanco e sfiduciato, quando il peccato e il male ti assalgono, quando le forze vengono meno… ricordati che Dio ti nutre, che Lui si è fatto vicino e presente per essere la tua forza, la tua energia vitale. Quando le liti e le divisioni sembrano prevalere, quando l’invidia e l’orgoglio seminano tra noi antipatie e contrasti: ricordiamoci che c’è un pane che unisce, che ci lega di nuovo nella capacità di generare comunione e fraternità. Ricordati dell’amore che Dio ha per te.
Dunque “mangia”. Questo nutrimento non è per i perfetti, ma per i deboli, i peccatori, i fragili. Se sai che Lui ti nutre, non sciupare il dono che ti è offerto. Partecipa al banchetto come commensale, nutrendoti di questa presenza che è Gesù, della sua Parola e del suo Pane. Alimenta e fa crescere così la tua vita battesimale, di figlio di Dio, con la forza del Suo Spirito.
Con questa rinnovata consapevolezza impariamo a
vivere la Messa. Non ci servono più Messe – il “pane dei figli, non deve essere gettato..”-; ci servono Messe più
vissute con consapevolezza. “Se non
mangiate e non bevete non avete in voi
la vita” ammonisce Gesù. “Chi
mangia…rimane in me e io in Lui… colui che mangia me vivrà per me”: sono
parole chiarissime, che ci dicono la comunione profonda che nasce da questo
incontro, da questo lasciarci nutrire, amare, da Dio attraverso Gesù, cibo ed
energia che ci sostiene e ci unisce.
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