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sabato 18 aprile 2020

""Soffiò e disse..." - Seconda domenica di Pasqua


Il Vangelo di oggi è di una attualità sorprendente e reca una splendida bella notizia.
Siamo davanti alla prima comunità dei discepoli dopo la Pasqua. Come ci assomiglia! Come loro anche noi: chiusi in casa, avvolti di paure e con la speranza al lumicino, l’entusiasmo azzerato, il cuore carico di dolore per un Amico morto, un Dio che appare lontano…
Proprio in questo contesto avviene l’imprevedibile: l’Amico morto si fa Presente e svela, di nuovo, il Dio vicino, un Dio con le ferite che restano a parlare a noi di un amore infinito e totale. Entra nelle nostre case, oltre le porte chiuse, per sciogliere le nostre paure, riaccendere la speranza, la gioia, l’entusiasmo.
Tutto ciò si compie grazie a Colui che è il protagonista invisibile ma efficace, la sorgente della vita stessa, il sempre Presente: lo Spirito santo. E’ il Dono che il Risorto ancora oggi rinnova: “Ricevete lo Spirito santo”. Infatti è lo Spirito che mette in noi la vita stessa di Dio, il suo soffio e la sua Parola: “Soffio e disse”. Da Lui - Spirito e Parola - siamo ricreati dal Padre a immagine del Figlio amato.
E’ lo Spirito che porta la pace e il perdono, fa passare dalla paura alla gioia, apre ‘occhi e cuore’ per arrivare a una fede sempre più profonda, spinge ad andare, “mando voi”, quali continuatori della missione del Figlio e offre a noi l’amore misericordioso che il Padre ci ha rivelato in Cristo.
Il dono dello Spirito è il dono della misericordia stessa di Dio, perché è il dono della Sua stessa vita e la vita di Dio è amore misericordioso.
Grazie allo Spirito Gesù “sta in mezzo”, al centro, dentro ciascuno di noi, nelle nostre case e comunità, Lui “mio Signore e mio Dio”. Questa è la bella notizia che sta a fondamenta della nostra fede cristiana. Grazie allo Spirito il Padre continuamente ci rigenera nella Sua misericordia.
Grazie allo Spirito non abbiamo più bisogno di “vedere, toccare” ma ci apriamo alla beatitudine di coloro “che non hanno visto e hanno creduto”.
Che lo Spirito, che già ci abita fin dal nostro Battesimo, rinnovi in noi, dentro il nostro cuore spesso chiuso e triste, la Sua Presenza. Scenda di nuovo nelle nostre famiglie e comunità per liberarci dalla paura e dalla sfiducia e riaccendere, far crescere – come è stato per Tommaso – anche in noi una fede sempre più autentica che ci renda uomini e donne ricreati a immagine del risorto, portatori, dentro questa nostra umanità ferita e fragile, dell’amore misericordioso di Dio che tutti abbraccia e a salva.

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