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sabato 13 luglio 2019

XV domenica del Tempo ordinario / C


"Che cosa devo fare?”. La domanda che un dottore della Legge pone a Gesù risuona anche per noi ogni giorno. Quante volte, nelle situazioni più diverse, ci ritroviamo a interrogare noi stessi o altri: che cosa devo fare? come devo agire? E’ una domanda non solo personale ma anche sociale, politica direi: cosa fare davanti a questo e a quest’altro problema?
Più ancora importante diventa l’interrogativo se si tratta di capire cosa fare per vivere bene, per realizzare una vita piena, eterna, come chiede il dottore della Legge a Gesù.
Per capire ciò che è giusto o meno fare, noi cristiani troviamo indicazioni, nella Parola di Dio che come bussola indica il cammino. Già Mosè (1 lettura) diceva al popolo: “Obbedirai alla voce del Signore”. Questa ‘voce’ o ‘parola’ – che inizialmente era la Legge - prende poi carne in Gesù stesso, il ‘Verbo fatto carne’, Lui che – come ricorda Paolo nella 2 lettura – “è immagine del Dio invisibile, è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono”.
Questo Gesù, risorto e vivente sappiamo che abita con noi e in noi grazie al Suo Spirito che diventa guida, luce, suggerimento per affrontare il  cammino della vita con tutte le sue scelte. E’ vero quanto Mosè diceva: “Questa Parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore perché tu la metta in pratica”.
Ecco allora che dobbiamo imparare ad ascoltare, ad ascoltarci. Cosa ci dice questa Parola che è dentro il nostro cuore come seme di vita? Ci dice semplicemente: “Amerai”.
“Cosa devo fare? Amerai”. In ogni cosa, in ogni situazione, in ogni scelta: amerai. Amerai Dio, amerai gli altri, amerai il creato, amerai te stesso. “Fa’ questo e vivrai!”
Sarebbe così semplice, no? E invece, anche noi come il dottore della Legge volendo giustificarsi, vogliamo chiarire, specificare, precisare… si ma… ”e chi è il mio prossimo?”, quasi ci fossero distinzioni tra le  persone, quasi a trovare scusanti o sconti circa il fatto di essere chiamati ad amare!
Oggi, come cristiani in primo luogo e come esseri umani, è necessario che torniamo a riscoprire veramente chi è il prossimo. Anche tra noi troppi pensano che prossimo indichi chi hai vicino, i tuoi, quelli di casa, i familiari, insomma prima il vicino, prima questo poi magari anche gli altri…
Fosse almeno così! Purtroppo vediamo come coi vicini spesso si arriva se non ai coltelli, ai litigi, all’odio, alle liti…
Gesù oggi vuole aiutarci a comprendere il senso profondo di questo imperativo “Amerai”. Lo fa con una parabola semplice e splendida, che in fondo altro non fa che descrivere Lui, la sua vita, quello che lui è venuto a fare (perché alla fine è Gesù il vero buon Samaritano).
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…” Così inizia il racconto; ed è subito novità: “un uomo” dice Gesù. Non specifica se ebreo, pagano, bianco o nero, straniero o amico, buono o cattivo… semplicemente un uomo. E questa è già indicazione preziosa: imparare a vedere l’uomo al di là di tutti gli aggettivi e attributi che lo possono qualificare. “E’ l’uomo, un oceano di uomini, di poveri derubati, umiliati, bombardati, naufraghi in mare, sacche di umanità insanguinata per ogni continente”. (E.Ronchi)
Ma poi viene un’altra sorpresa: ci fa capire, attraverso l’atteggiamento dei diversi personaggi, che il prossimo non è tanto qualcuno piuttosto che un altro, ma sono io; io sono chiamato a farmi prossimo di questo uomo concreto. Di chiunque incontro sul mio cammino.
“Chi ti sembra sia stato il prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?” “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.
Questa la vera religione; non basta quella rituale del sacerdote e del levita che però schivano l’uomo ferito. 
Questo significa tornare umani, più ancora essere cristiani ovvero come Cristo che “lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino”. E’ la declinazione del verbo “amerai”: “lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino”.  
Amerai facendoti prossimo ad ogni uomo e donna che incontri sul cammino della vita. Questo è il vangelo. Questo è quanto dobbiamo fare se vogliamo rendere bella e riuscita la nostra e l’altrui vita.

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