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sabato 20 aprile 2019

PASQUA!


Il racconto del vangelo ci mette di fronte alla sconvolgente esperienza dei primi discepoli il mattino di Pasqua. Un’esperienza condensata in due verbi: “vide e credette”.
Vedere e credere: dove il vedere non è tanto la persona di Gesù quanto il sepolcro vuoto, la pietra rovesciata, la morte sconfitta. Di conseguenza nasce il credere, il fidarsi che questo Gesù, il crocifisso è vivo.
«All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» diceva già Benedetto XVI.
Questa persona è il Signore Gesù il vivente.
“Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita”. Sono le parole di papa Francesco che danno inizio all’esortazione apostolica “Christus vivit” scritta dopo il Sinodo dei giovani.
E così continua: “Egli vive! Occorre ricordarlo spesso, perché corriamo il rischio di prendere Gesù Cristo solo come un buon esempio del passato, come un ricordo, come qualcuno che ci ha salvato duemila anni fa. Questo non ci servirebbe a nulla, ci lascerebbe uguali a prima, non ci libererebbe. Colui che ci colma della sua grazia, Colui che ci libera, Colui che ci trasforma, Colui che ci guarisce e ci conforta è qualcuno che vive. È Cristo risorto, pieno di vitalità soprannaturale, rivestito di luce infinita. Per questo San Paolo affermava: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede» (1 Cor 15,17)”.
E noi oggi siamo qui innanzitutto per riaffermare questa nostra fede nel Vivente, in Gesù il risorto e presente.
Certo, perché se Lui è vivo le conseguenze sono enormi e sono motivo di gioia e di stupore.
Innanzitutto “se Egli vive, allora davvero potrà essere presente nella tua vita, in ogni momento, per riempirlo di luce. Così non ci saranno mai più solitudine e abbandono. Anche se tutti se ne andassero, Egli sarà lì, come ha promesso: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Egli riempie tutto con la sua presenza invisibile, e dovunque tu vada ti starà aspettando. Perché non solo è venuto, ma viene e continuerà a venire ogni giorno per invitarti a camminare verso un orizzonte sempre nuovo”. Sono sempre parole di papa Francesco.
Inoltre, “contempla Gesù felice, traboccante di gioia. Gioisci con il tuo Amico che ha trionfato. Hanno ucciso il santo, il giusto, l’innocente, ma Egli ha vinto. Il male non ha l’ultima parola. Nemmeno nella tua vita il male avrà l’ultima parola, perché il tuo Amico che ti ama vuole trionfare in te. Il tuo Salvatore vive”.
E ancora: “Se Egli vive, questo è una garanzia che il bene può farsi strada nella nostra vita, e che le nostre fatiche serviranno a qualcosa. Allora possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti, perché con Lui si può sempre guardare avanti. Questa è la sicurezza che abbiamo. Gesù è l’eterno vivente. Aggrappati a Lui, vivremo e attraverseremo indenni tutte le forme di morte e di violenza che si nascondono lungo il cammino”.
Queste conseguenze sono il frutto della fede; quella fede in Gesù risorto che altri non è che il Gesù crocifisso, come annuncia Pietro nella prima lettura: Lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno”. La croce dunque non è un purtroppo ma la strada che porta alla vita piena riuscita; strada di amore totale che si interseca con le tante strade di dolore e fatica per aprire a tutti passi di speranza e di novità.
Non esitiamo dunque a camminare su questa strada, la strada di Gesù, del vangelo, indicata da una Parola che fa da luce ai nostri passi; camminiamo con lo sguardo a Lui, come ci ricorda l’apostolo se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo”.
La Pasqua che celebriamo sia il ri-orientare la nostra vita a Lui per riconoscerlo presente con noi e per operare ogni giorno, insieme con Lui, alla costruzione di una storia rinnovata, di relazioni autentiche, di parole e gesti che profumano di vangelo e di autentico amore verso tutti, perché, grazie alla Pasqua di Gesù, sappiamo che solo da questo Amore è possibile un futuro di speranza. 

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