Si avvicina la primavera
e gli alberi iniziano a mettere fiori in vista di portare frutti nella prossima
estate.
E’ questa l’immagine
che oggi la Parola di Dio ripropone più volte. Gesù ci ricorda appunto che come
gli alberi anche noi siamo chiamati, con la nostra vita, a portare frutti buoni.
E i frutti buoni
nascono dal tesoro del cuore, dall’interno: “l’uomo
buono dal tesoro del suo cuore trae fuori il bene”. Tuttavia Gesù ci avverte
che permane la possibilità che il cuore sia malato così da portarci a produrre
sì frutti ma cattivi. Un avvertimento da non lasciar cadere a vuoto.
Quale può essere
questa malattia che incattivisce il cuore?
Le parole di Gesù
lasciano intuire ciò che rende l’animo umano cattivo. Potremmo diagnosticare
questa malattia con due parole: presunzione e giudizio.
La presunzione di
“vederci bene”, di sapere già tutto, di essere già bravi abbastanza…; ma “può forse un cieco guidare un altro cieco?
Un discepolo non è più del maestro”.
Questa malattia
porta a “cadere in un fosso” e non da
soli ma anche con chi abbiamo la presunzione appunto di voler aiutare e guidare…
Il giudizio poi è
la seconda malattia che rende cattivo il cuore facendoci portare frutti
cattivi.
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo
fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”.
Giudicare gli
altri è un maledetto vizio che è difficile vincere. Non c’è tuttavia come il
giudicare le persone che genera cattiveria, discriminazioni, lotte, astio, odio.
Tutti frutti
cattivi che spuntano sull’albero della nostra vita se il nostro cuore si ammala
di presunzione e del vizio di giudicare.
Questo maledetto pungiglione
del male segna la nostra vita e ci rende incapaci di fecondità positiva.
Rassegnarci?
Accontentarci? Scoraggiarci? No. C’è una via. Paolo nella seconda lettura la
annuncia. “Dov’è o morte il tuo
pungiglione?...Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo”. E poi continua: “Perciò rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la
vostra fatica non è vana nel Signore”.
Gesù è colui che
solo può vincere quel male che si nasconde nel cuore dell’uomo e donarci quella
linfa vitale che ci rigenera e ci rende capaci di diventare alberi buoni
portatori fecondi di ogni bene.
Attingiamo da Lui
questa linfa: essa ci è data attraverso la sua Parola che è sempre parola
creatrice e feconda, abitata dal Suo Spirito di vita.
Il cammino
quaresimale che a giorni iniziamo sia occasione favorevole per attingere da Lui
e per portare con Lui e grazie a Lui frutti di vita nuova.
Pur facendo
fatica, camminiamo con Lui, sapendo che Lui solo può guarirci e renderci
fecondi di bene, “sapendo che la vostra
fatica non è vana nel Signore”.
Allora potremo unirci
al salmista riconoscendo che “Il giusto
fiorirà come palma… nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e
rigogliosi per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia”.
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