Un cammino: è
l’immagine più adatta per descrivere la
Quaresima che abbiamo iniziato. Sono quaranta giorni che si ripetono ogni anno,
ma di fatto è il cammino di tutta la nostra vita.
Il verbo che lo
caratterizza è risuonato nella Parola di Dio di mercoledì, giorno delle ceneri
e inizio della Quaresima. Si tratta del verbo “ritornare”. Ha detto papa
Francesco in quel giorno: “Se dobbiamo ritornare, vuol dire che siamo andati altrove. La
Quaresima è il tempo per ritrovare la
rotta della vita. Perché nel percorso della vita, come in ogni cammino,
ciò che davvero conta è non perdere di vista la meta”.
Tempo prezioso
allora per dare un occhio a dove portano i nostri passi, i nostri pensieri, le
nostre scelte. Il rischio di perdere di vista la meta, di fermarci nel cammino
o peggio di smarrire la strada è sempre attuale.
La Quaresima, chiamandoci
a verificare dove vanno i nostri passi, ci ricorda con chiarezza che la mèta è
la Pasqua, ovvero la vita nuova di figli di Dio da Lui amati, salvati,
rinnovati. L’incontro con questo Dio che ci ama in Gesù è la meta della nostra
vita, del nostro viaggio nel mondo.
Mèta che
purtroppo facilmente dimentichiamo, smarriamo, perdendo così il gusto e la
bellezza della vita. Abbiamo infatti ricevuto la vita come dono e siamo stati
creati belli a immagine di Dio, siamo stati resi figli, immersi nella vita del
Figlio fin dal giorno del nostro Battesimo; rischiamo di perdere questa
bellezza, di offuscare questa immagine, fino a non vivere più da figli ma da
schiavi.
Ecco allora il
dono della Quaresima: tempo favorevole per ritornare: ritornare belli,
ritornare figli!
Gesù si pone
davanti a noi come guida del cammino, perché lui per primo questo cammino lo ha
condiviso.
Lui ci aiuta
innanzitutto a percepire ciò che ci porta lontano dalla meta e viene a svilire
e guastare la nostra vita.
Oggi il
vangelo lo presenta – sotto la guida e con la forza dello Spirito - nel deserto
in lotta contro quella tentazione che, se subìta, impedisce alla nostra vita di
essere bella, di essere vissuta da figli amati.
Interessante
notare come la tentazione muove i suoi passi a partire proprio dal mettere in
discussione ciò che realmente siamo: “Se
tu sei figlio di Dio…”. E l’inganno sta proprio nel proporre un modo di
essere figli tutto proteso a dare soddisfazione a se stessi, al desiderio di potere,
di possedere, di auto affermarsi. Sottilissima tentazione che porta lentamente
a perdere la strada, a perdere la nostra bellezza originaria, a ritrovarci alla
fine schiavi. “Abbiamo
bisogno di liberarci dai tentacoli del consumismo e dai lacci dell’egoismo, dal
voler sempre di più, dal non accontentarci mai, dal cuore chiuso ai bisogni del
povero”, ha detto papa Francesco. Questi tentacoli
ci rendono alla fine schiavi delle cose e del nostro io, abbruttiscono la
nostra vita chiudendola sullo stretto orizzonte del tutto e subito, chiudendola
ad ogni orizzonte di apertura, di condivisione, di realizzazione.
Quaresima diventa
allora occasione per liberarci da questi tentacoli, per far riemergere la
nostra vera realtà di uomini e donne chiamati alla bellezza, al vivere come
figli e fratelli.
Come? Guardando a
Gesù, fissando su di Lui il nostro sguardo. Non c’è altro modo per ritornare
sulla via della vita. Lasciamo che la Sua Parola trovi posto sulla nostra bocca
e nel nostro cuore, come ci suggerisce Paolo nella seconda lettura. “Se con la tua bocca proclamerai: ‘Gesù è il
Signore’, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti,
sarai salvo”.
Una bocca che ritrova il coraggio di professare la
fede, occhi che sanno di nuovo fissare lo sguardo su di Lui, un cuore che si
lascia riempire e scaldare dalla sua presenza e dal suo amore, mani che si
aprono per abbracciare, aiutare, confortare, passi che sanno muoversi sulle
strade del bene, Ecco il cammino della Quaresima, il cammino di tutta la nostra
vita che può, se lo vogliamo, ritornare bella, ritornare vita di figli amati,
contribuendo così a rendere più bella, vera e buona la storia stessa e tutta la
creazione la cui “ardente aspettativa è
tutta protesa verso la rivelazione dei figli di Dio” così da essere non più
deserto, ma quel giardino splendido che Dio da sempre ha pensato e voluto per
tutti noi.
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