Una domenica
densa di messaggi oggi. A partire dalla Parola di Dio, sempre centrale per noi
cristiani che ci raduniamo per l’Eucaristia.
Oggi, su invito
di papa Francesco, la chiesa celebra infatti la domenica della Parola,
occasione per sentirci popolo radunato attorno al Verbo fatto Carne, in ascolto
e nella gioia.
Il Salmo oggi
proclama: “I precetti del Signore fanno
gioire il cuore” e ancora “la legge
del Signore è perfetta rinfranca l’anima”.
La Parola di Dio
è sorgente di gioia e di vigore per chi la ascolta. Oggi, attraverso l’annuncio
del vangelo che riprende il testo della prima lettura, siamo invitati a
comprendere e a gustare l’agire di Dio che supera ogni confine da noi creato.
Egli, con la forza del suo Spirito opera in tutti. Non ci sono “i nostri” e “gli
altri”, i primi e i secondi, i vicini e i lontani… Una tentazione – a distinguere
e a vivere di gelosia - dalla quale nemmeno i discepoli sono rimasti immuni.
Davanti a Dio ogni uomo e donna è abitato e guidato dallo Spirito che sa
suscitare cose belle, buone, vere in tutti, fosse anche solo un bicchiere d’acqua
donato ai più piccoli!
Piuttosto la
stessa Parola ci mette in guardia per non cadere nella reale possibilità di
essere, con la nostra vita, i nostri gesti, le nostre parole, di scandalo, di
inciampo per gli altri e in particolare i più deboli. Questo può verificarsi in
diversi modi: non si tratta solo di scandali eclatanti e gravi quali la
pedofilia, l’abuso delle persone, la violenza o l’uso indiscriminato delle
ricchezze che crea oppressione e ingiustizia (come ci ricorda Giacomo nella
seconda lettura), ma anche di giudizi e di gelosie che emarginano gli altri, più
ancora dell’incoerenza tra fede e vita che ci porta a dirci cristiani ma poi a
vivere non conformi al vangelo.
Proprio qui la Parola
può svolgere un compito importante: fare luce. Luce su noi stessi, sul nostro
pensiero e sul nostro agire, per arrivare così a “tagliare”, cioè a ripulire la nostra vita da tutto ciò che può
essere di inciampo per gli altri, cosicché i nostri occhi, le nostre mani, i
nostri piedi, il nostro cuore, tutta la nostra vita, possa essere sostegno,
crescita nel bene, annuncio e testimonianza trasparente del Vangelo.
La Parola a questo
ci guida. Occorre imparare sempre più a rivolgere ad essa il nostro cuore, i
nostri occhi, le nostre orecchie per ascoltare, assimilare, vivere quella
Parola che è uscita da Dio e si è fatta carne in Gesù e chiede oggi di vivere in noi.
Dobbiamo legarci
ad essa sempre più. Papa Francesco, nell’Angelus del 5 marzo 2017, ha usato l’immagine
del cellulare… la Bibbia come il cellulare: “se
leggessimo i messaggi di Dio contenuti nella Bibbia come leggiamo i messaggi
del telefonino, cosa succederebbe?”.
Sicuramente ci
cambierebbe la vita, ci aiuterebbe a trovare luce, orientamento per le nostre
scelte, ci donerebbe pace e gioia profonda così da vivere in modo nuovo le
relazioni e gli impegni quotidiani.
Ridiamo il
primato alla Parola di Dio. Sia personalmente che comunitariamente.
La nostra chiesa
di Como sta vivendo da alcuni mesi il Sinodo: cammino comunitario di
discernimento per scoprire dove e come il Signore ci chiama ad essere suo
popolo.
Siamo nella fase
di consultazione dove tutti – proprio perché tutti siamo guidati dallo Spirito,
come ci ha detto la Parola di oggi – possiamo esprimere le nostre
considerazioni, valutazioni e proposte per il cammino della nostra chiesa
diocesana.
Tuttavia questo
momento, che precede poi la fase di sintesi e di approfondimento di quanto
emergerà, se vogliamo risulti costruttivo, deve essere vissuto proprio alla luce
della Parola di Dio.
Nell’ascolto e
nel confronto con la Parola saremo aiutati a discernere dove e come il Signore ci
chiama a camminare insieme per essere oggi, qui in questo nostro territorio,
annunciatori e testimoni della Sua misericordia.