Gesto clamoroso quello che Gesù compie nel
Tempio; gesto che ben conosciamo e forse per questo motivo portati a ridurre nel
suo vero significato. Riduciamo tutto a una sfuriata, a uno sfogo verso scribi,
farisei, autorità religiose. In realtà molto più profondo e forte è il
significato di quanto Gesù ha fatto.
Innanzitutto non dimentichiamo che per gli
Israeliti la Legge (di cui parla la prima lettura) e il Tempio erano i pilastri
della loro vita religiosa. La Legge data attraverso Mosè (le dieci parole) era
la “costituzione” di Israele come popolo libero e il Tempio unico a Gerusalemme
era il luogo della Presenza unica di Dio in mezzo al suo popolo.
Quindi Gesù si scontra proprio con ciò che
per la fede di Israele era l’essenziale. Indubbiamente sappiamo che la Legge
non sempre era osservata e vissuta e che anche il Tempio era stato ridotto a
luogo di scambi e di commercio più che a casa di preghiera. Questo ci porta a
comprendere come una certa “pulizia” poteva anche starci bene: “purificazione
del Tempio”, così viene normalmente denominato questo episodio.
Ma anche queste osservazioni, pur vere,
limitano la portata del gesto di Gesù. Infatti non si tratta tanto di una
voglia di purificazione, di pulizia da ciò che l’uomo, con i suoi interessi
meschini, ha lordato. Gesù qui intende – ed è questo il senso profondo dell’episodio
– “rovesciare”, non tanto i banchi
dei cambiavalute, ma la stessa idea di Tempio e di Legge. Più ancora: intende
rovesciare la stessa idea di Dio che il popolo, venendo meno alla fedeltà all’Alleanza,
aveva maturato.
Lo scopo dunque è aiutare questo suo popolo
a compiere un passo in avanti, ad aprire il cuore per riscoprire quella
relazione con Dio quale relazione di amore. Per aprire gli occhi su un Dio che
non abita dietro una Legge e dentro un Tempio, bensì dimora in quella casa di
carne che è il Figlio dell’Uomo, Gesù stesso.
Lui è il compimento della Legge, Lui è il
nuovo Tempio. Nella sua divina umanità ci manifesta il vero volto di un Dio che
non aspetta i nostri sacrifici, i nostri doni, le nostre prestazioni religiose,
bensì viene verso di noi, facendosi dono per tutti, donandoci se stesso nella
carne viva di Gesù, abitando in mezzo a noi dentro questa nostra umanità.
“Distruggete
questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere… egli parlava del tempio del
suo corpo”.
Nella sua Pasqua questo corpo muore e risuscita e diventa il corpo con molte
dimore, la casa dove tutti noi veniamo incorporati. In Cristo allora la nostra
realtà umana diventa dimora di Dio.
C’è dunque un capovolgimento totale di
prospettiva: Dio abita nell’uomo, in quell’uomo chiamato Gesù. In Lui viene a
noi per offrirci misericordia e perdono, tenerezza e amore, luce e verità. Lui
che “conosce quello che c’è nell’uomo”.
Quanti lo riconoscono e lo accolgono
vengono a Lui incorporati: con Lui formano un solo corpo, diventano grazie al
dono del Suo Spirito, tempio vivente.
In Lui fiorisce allora una umanità nuova,
un popolo nuovo che diventa luogo della presenza definitiva di un Dio che abita
l’umanità. In Gesù ogni uomo può riconoscersi tempio di Dio, dimora dello Spirito
la nuova Legge che guida a relazioni profonde di amore col Padre e con ogni
essere vivente.
E’ veramente un “rovesciamento” di pensieri, di mentalità, di atteggiamenti, di
vita.
Svelamento del volto divino umano di Dio in
Gesù e svelamento del valore divino di ogni persona umana, spazio reale della
Sua Presenza.
Invito per tutti noi oggi a vivere una fede
profonda che si radica in una relazione autentica di fiducia e di amore nel Dio
di Gesù e nel contempo che si fa capace di riconoscerlo, di rispettarlo e accoglierlo,
di servirlo e amarlo in ogni uomo e donna, tempio della Sua permanente presenza
tra noi.
E così radicati in questa fede adulta veniamo
resi capaci di ridare nuova linfa alla vita delle nostre comunità, corpo
vivente di Cristo, per operare con maggior consapevolezza e decisione dentro
questo nostro tessuto sociale, dentro questa nostra umanità per renderla sempre
più lo spazio, il tempio dove divino e umano si incontrano per far germinare in
tutta la sua bellezza il Regno di Dio.
Nessun commento:
Posta un commento