"Voi sapete che cosa è accaduto…”.
Inizia così il discorso di Pietro riportato negli Atti degli Apostoli. Noi
sappiamo che cosa è accaduto. Sappiamo tutto di Gesù, della sua vita, delle sue
opere, del suo messaggio. Sappiamo come è vissuto e come è morto.
Sappiamo
che in tutto ciò “Dio era con Lui”.
Lui era il Figlio di Dio, l’amato, venuto uomo tra gli uomini per essere il
salvatore.
Ebbene
questo Gesù, ricorda Pietro, “lo uccisero
appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno”. Anche
questo noi sappiamo. Anzi oggi siamo qui proprio per celebrare questo: la
pasqua, il passaggio di Gesù da morte a vita.
Sappiamo,
celebriamo, ma con il rischio di non lasciarci coinvolgere più di tanto. Quasi
fosse qualcosa di bello certo, ma che non ci riguarda, estraneo alla nostra
vita reale, ai nostri problemi quotidiani.
Eppure
se ci fermassimo solo un attimo a riflettere. Se ci lasciassimo solo per un
attimo coinvolgere da un messaggio che invece ci riguarda tutti… Gesù è
risorto.
Gesù:
cioè l’uomo che ha lavorato, amato, sofferto e patito, sudato e pianto come
tutti noi, che è stato tradito e offeso, ingiustamente accusato, deriso,
disprezzato, ucciso. Questo Gesù è risorto, è vivo.
Gesù:
cioè il figlio di Dio, il Dio con noi, che ci ha rivelato il vero volto di Dio,
abbassandosi al nostro fianco, mettendosi a nostro servizio, amandoci anche se
non eravamo amabili: questo Dio che ama, ha vinto la morte. Ogni morte.
In
Gesù risorto ci è detto che Dio è il Signore della vita e che l’uomo con lui è
fatto non per il male, la violenza, la morte, ma per l’amore, la pace, la vita.
”Questo ci ha ordinato di
annunciare” dice ancora Pietro. Questo oggi vogliamo
di nuovo annunciare al cuore di ciascuno di noi.
Con
Gesù l’uomo passa da morte a vita. Risorge.
E
non si tratta solo della risurrezione finale, dopo questa vita e dopo la nostra
morte fisica. Anche. Ma siamo risorti ora. Fin dal Battesimo, che abbiamo
insieme rinnovato, e ogni giorno.
Ora,
adesso, possiamo risorgere con Lui: non c’è peccato che non possa essere
perdonato, non c’è ferita che non possa essere risanata, non c’è angoscia che
non possa ritrovare speranza. Tutto rinasce in Dio. Tutto rifiorisce attraverso
Gesù l’uomo che tutti ci rappresenta, il Dio che tutti ci ama.
Risorgere.
E’ l’invito e l’augurio di Pasqua. Si può. Si deve.
Risurrezione
significa credere alla vita, sollevarsi nonostante la paura, alzarsi da ogni
caduta sapendo che c’è uno, Dio stesso, che in Gesù mi prende per mano e mi
accompagna nella vita.
Nella
vita personale e famigliare. Risorgere significa ricominciare, nelle nostre
famiglie, ogni giorno da capo, significa riprendere dopo ogni sbaglio, tornare
a parlarci e perdonarci, imparare da capo a volerci bene e rispettarci, a
dedicarci tempo e attenzioni...
Anche
nella vita sociale abbiamo oggi più che mai bisogno di risorgere. In una realtà
sempre più difficile che sembra schiacciare i più deboli e piccoli e premiare i
soliti che già stanno bene, dove tutti si è più fragili, più preda di
scoraggiamento e depressione. Tutti più portati a cadere. Risorgere ci dice la
Pasqua. Si può.
Senza
dimenticare tuttavia che la strada è una sola.
Riflettiamo:
chi è Colui che è risorto? e’ Colui che è stato crocifisso. “Lo uccisero, ma Dio lo ha risuscitato”.
Il Gesù risorto non è un altro Gesù, ma è il Gesù crocifisso. Non solo: la
risurrezione non è un premio che ti è fato in aggiunta… Essa è già presente
prima, è il frutto che nasce da una vita spesa per amore. Questo a
ricordarci che si può arrivare alla risurrezione solo passando per la
strada della passione, dell’amore che si dona.
Anche
la nostra personale, famigliare e sociale risurrezione sarà possibile se
abbiamo il coraggio di intraprendere la strada della croce, cioè del dono, del
servizio, di una vita spesa per….
Usciremo
da ogni crisi solo se impareremo uno stile nuovo di vita, uno stile più povero,
semplice, rispettoso delle cose e delle persone, più attento alle relazione che
non al guadagno, più capace di condivisione che di accumulo… uno stile più
evangelico, lo stile di Gesù. Da qui occorre ripartire. Da questo morire a un
modello di vita niente affatto umano e tanto meno cristiano, per risorgere a
una vita diversa, appunto più umana e quindi più cristiana.
E’
questo il senso delle parole: “Se siete
risorti con Cristo cercate le cose di lassù” ascoltate nella seconda
lettura. Cercare cioè le cose che contano, atteggiamenti, stili di vita alti,
veri, belli, onesti, buoni… trovando il coraggio di far morire in noi e attorno
a noi tutto ciò che invece è meschino, falso, ingannevole, disumano.
Ecco
la Pasqua. Il passaggio a vita nuova. Non è solo una festa da ricordare e
celebrare. Sia una festa – ed è questo l’augurio – che ci cambia interiormente
e anche nel nostro modo di vivere esteriore. Una festa che ci possa
coinvolgere, rinnovare e rendere capaci, già ora, di vivere da risorti con
Gesù.