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venerdì 16 febbraio 2018

Prima domenica di Quaresima



La suggestiva immagine dell’arcobaleno che splende, dopo il diluvio, quale segno di un’alleanza di amore tra Dio e l’umanità, ci è presentata nella prima lettura di oggi.
Un’immagine bella che ci ricorda come tutta l’umanità, tutti noi siamo dentro questo patto d’amore che Dio ci svela e che Lui stesso si impegna a rispettare: la terra non sarà più distrutta. E’ un patto di alleanza universale: “con voi, con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici… con tutti gli animali della terra…: non sarà più distrutta alcuna carne…”
Anche Pietro, nella seconda lettura, accenna a questo patto d’amore, anzi lo vede confermato e reso definitivo in Cristo che “reso vivo nello Spirito” viene a dare vita all’umanità tutta.
E ci ricorda che noi siamo stati immersi nella vita stessa di Dio attraverso le acque del Battesimo, definitiva alleanza d’amore che ci rende figli amati. E’ la vita nuova, la risurrezione già avvenuta, la nostra Pasqua. Sì, perché la Pasqua già è avvenuta e compiuta: non è il risultato-premio della quaresima che abbiamo iniziata, essa già è attuata in ciascuno di noi.  
Tuttavia, nonostante ciò, corriamo il rischio di dimenticare, di lasciare che l’amore di spenga, si raffreddi. “Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti” dice Gesù nel vangelo di Matteo (c.24). Papa Francesco riprende questa frase nel suo messaggio per la Quaresima evidenziando come il cammino quaresimale allora è proprio finalizzato a riaccendere l’amore, a rinnovare quell’alleanza d’amore che genera vita e che già è stata definitivamente stipulata con ciascuno di noi.
Questa nostra relazione d’amore con Dio e di conseguenza con il prossimo è infatti costantemente a rischio tentazione.
Lo è stato anche per Gesù come il vangelo oggi ci ricorda.
Questa esperienza di Gesù è anche la nostra esperienza, di tutti; caratterizza la vita dell’uomo e la rende lotta quotidiana. Non per niente Gesù insegnerà ai suoi a pregare il Padre dicendo “non abbandonarci nella tentazione, ma liberaci dal male”.
La tentazione mette alla prova l’amore e spesso lo raffredda, lo spegne.
La tentazione è un meccanismo che agisce non solo all’esterno da noi: cose, persone, situazioni che possono tentarci e ingannarci…. Essa agisce anche e soprattutto all’interno, come inganno della mente, bugia, falsità che ci appare tuttavia come verità, bene, cosa desiderabile. Per questo è così facile lasciarci tentare e cedere.
Con il risultato poi di trovarci ingannati, delusi, falliti. Occorre lottare contro.
La Quaresima che iniziamo è dunque tempo per questa lotta.
Ci ricorda che la vita non è una tranquilla passeggiata, ma il campo della nostra responsabilità, dove attraverso le nostre scelte decidiamo di noi stessi e degli altri.
Come lottare? Cosa fare soprattutto per riaccendere quella relazione d’amore con Dio e i fratelli che le tentazioni, le prove della vita, le fatiche di ogni giorno rischiano di intiepidire se non spegnere?
Guardiamo a Gesù per ritrovare la strada.
Entriamo nel deserto del nostro cuore, creiamo spazi di silenzio attorno e dentro di noi per tornare ad ascoltare quella Parola che può illuminare i nostri passi.
Accogliamo innanzitutto come invito le parole di Gesù: “Convertitevi e credete nel vangelo”. Indicazione di orientamento nuovo che ci permette di cogliere qui, ora, nel nostro tempo, quel Regno di Dio che è qui, vicino; quell’alleanza d’amore fedele che perdura nonostante le nostre defezioni e la nostra freddezza.
Dio è qui vicino per far splendere di nuovo il suo arcobaleno, è qui con Gesù per legare di nuovo cielo e terra in un abbraccio di misericordia e perdono. Per risvegliare in noi la gioia e la bellezza di riconoscerci figli da Lui amati e, insieme, il coraggio di intraprendere scelte di vita, di bene, di verità così da vivere dentro questa relazione di amore e attuarla tra noi, nella relazioni quotidiane, così da far crescere nella storia il Suo Regno.
Concretamente poi la Quaresima ci ripropone – e papa Francesco lo ricorda – la preghiera, l’elemosina e il digiuno, quali strumenti per riaccendere in noi il fuoco di un amore vivo e profondo per Gesù e i fratelli.
Dunque: invito a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare” (P.Francesco).

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