Quando
si parte per un viaggio le indicazioni su come muoversi, dove andare, cosa
portare non sono mai abbastanza dettagliate.
Ecco
che anche Gesù vuole non privarci di indicazioni fondamentali per quel viaggio
così importante che è la nostra vita.
Un
viaggio di cui Lui stesso è venuto a rivelarci la meta.
Paolo,
nella seconda lettura, con uno splendido inno traccia il cammino. “Il Padre ci ha benedetti in Cristo, ci ha scelti a essere per Lui figli
adottivi… in lui abbiamo ricevuto il perdono.. la sua grazia… facendoci
conoscere la sua volontà…: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose… In
Lui siamo stati fatti anche eredi, abbiamo ricevuto il sigillo dello Spirito…in
attesa della completa redenzione”.
Niente
male come prospettiva! La vita appare come chiamata gratuita per entrare in una
relazione d’amore con Dio stesso; un viaggio verso di Lui, da parte di tutta
l’umanità e la creazione, che in Lui troverà la sua pienezza e realizzazione.
A
questo tutti siamo chiamati. “In Lui ci
ha scelti” dice Paolo.
“Gesù
chiamò a sé i dodici” e in loro ci siamo tutti noi, nessuno
escluso.
Come
Amos il profeta di cui parla la prima lettura: “Il Signore mi prese, mi chiamò”. Lui che era semplice mandriano e
ortolano; il Signore lo chiama a uscire dal suo orticello e a diventare
profeta, annunciatore del Suo amore per il popolo.
Tutti
noi in Gesù siamo dei chiamati per stare con Lui e da lui essere mandati a dire
a tutti verso quale meta siamo in cammino. Chiamati a uscire dunque dal nostro
orticello, da una vita chiusa su noi stessi, e preoccupata solo di far fronte
ai nostri interessi privati.
Chiamati
e mandati per un viaggio che dura la vita intera.
Viaggio
che dobbiamo fare insieme, coinvolgendo anche gli altri, portando a tutti
l’annuncio che “siamo stati fatti eredi
della vita di Dio”, che siamo suoi “figli
adottivi” grazie a Gesù.
Questo
il compito che ci è affidato; per questo Lui ci manda “a due a due”, cioè testimoni di quella fraternità che nasce
proprio dal nostro essere figli amati. Mandati alla gente, a toccare il cuore
della gente per aprirlo a quella pace interiore che nasce dalla scoperta
dell’essere amati e dalla consapevolezza della nostra grande dignità e del
destino di felicità che ci attende.
Questo
è l’annuncio che può veramente liberare da quel male che ci tormenta, ci
impedisce di vivere con serenità, ci tenta ad assumere atteggiamenti di
invidia, di lotta, di competizione, di violenza: ecco i demoni sempre all’opera
anche oggi in mezzo a noi. Possono essere scacciati solo lasciandoci avvolgere da
quella Parola di speranza che è il Vangelo di Gesù; Parola che può guarire il
nostro cuore e ridare serenità alla nostra vita, alle relazioni e agli impegni
che ogni giorno affrontiamo.
Nel
viaggio della vita il cristiano si scopre chiamato e mandato per diffondere
quella Parola che illumina il cammino e apre i passi alla speranza e alla
consolazione, quella Parola che ha la capacità di aiutarci a vivere con dignità
e dare colore di bellezza ai nostri giorni.
Ma…
Questo compito chiede di essere svolto nel modo adeguato. Nel vangelo Gesù è
chiaro. Così chiaro che le indicazioni
che dà per questo viaggio-compito diventano (ed è uno dei pochi casi dei
vangeli) un ordine: “E ordinò loro”. Che cosa ordina Gesù?
Le
cose che dobbiamo dire? I contenuti del messaggio che dobbiamo portare? No. Non
si tratta di cosa dire, di quali contenuti annunciare, bensì dello stile con
cui comunicare il Vangelo.
Le
indicazioni dunque sono tutte orientate a ordinarci uno stile adeguato.
E’
lo stile della semplicità, della libertà interiore, dell’essenzialità: “non prendete… non portate…”. D'altronde
come annunciare che siamo figli amati nelle mani di un Padre che ci ha fatti
eredi della sua vita, se viviamo poi aggrappati a sicurezze umane?
Lo
stile di vita di noi cristiani deve ritrovare il coraggio dell’essenzialità,
della libertà dalla schiavitù delle cose, della gratuità e della capacità di
mettere al primo posto le relazioni fraterne, l’attenzione alle persone, la
condivisione della “strada”, cioè del cammino, della vita di chi è al nostro
fianco.
E’
questo che Gesù ci ordina. Non ci dà un elenco di comandi e di regole da
diffondere; non ci indica strategie pastorali o trovate geniali per fare colpo
sulla gente. Ci ordina invece di vivere da figli amati, di fare della bella
notizia del vangelo la concretezza del quotidiano, nelle nostre scelte, nel
nostro modo di vivere.
Gesù
dona queste indicazioni perché sa benissimo che non c’è un altro modo di
proporsi alla storia e all’uomo per entrargli nel cuore veramente e con
rispetto e grazia, senza obbligo e violenza.
Solo
una chiesa che fa i passi che ha fatto Gesù e come Gesù potrà fare tanta
strada. Lontano da Lui e dalle sue indicazioni se ne può fare certo di strada,
anche molta, ma chissà dove porta, non di certo al cuore e all’anima della
gente…
“Và, profetizza al mio popolo”: questo il
compito che ci è affidato.
Da Gesù le indicazioni di viaggio da tener presenti:
solo così arriveremo insieme a quella meta che splende davanti a noi come punto
di arrivo e di convergenza per tutta intera la creazione, arriveremo alla
pienezza della vita.
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