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sabato 13 dicembre 2014

Terza domenica di avvento



“Venne un uomo…” così si apre il vangelo di oggi.
Un uomo mandato, chiamato per nome da Dio, con una missione: dare testimonianza alla luce. Questo uomo di cui si parla è Giovanni il Battista. E il brano letto ci presenta la sua missione e la sua identità.
Giovanni è innanzitutto testimone di luce. Questa la sua missione. Non gridare allo sfascio, al degrado; non annunciare cattive notizie, fallimenti, ma indicare una luce. “In mezzo a voi c’è uno che non conoscete”, che non siete capaci di vedere. Lui è la luce. Una luce che pare essere soffocata dall’irruenza delle tenebre, ma che non viene vinta. Piccola luce destinata a diventare luce del mondo.
Questo suo annuncio, semplice e profondo nello stesso tempo, trova subito l’opposizione delle tenebre. Giudei, sacerdoti, leviti, subito ad interrogarlo, subito preoccupati di questa novità (come di ogni altra novità…), paurosi di perdere il loro comando e i loro privilegi. “Tu chi sei? Cosa dici di te stesso? Perché fai questo?”. Un vero e proprio interrogatorio di primo grado, che rivela preoccupazione, timore, sospetti. Sono le tenebre che appena percepiscono un bagliore di luce, tentano in ogni modo di soffocarlo.
Ma Giovanni trova l’occasione per dire con ancor più chiarezza la sua identità. E sorprende il modo. Non fa l’elogio delle sue doti, dei suoi titoli personali, lui che verrà definito da Gesù “il più grande fra i nati di donna”. “Io non sono” è la sua risposta, ribadita più volte: “io non sono”, e infine “io non sono degno”. Per arrivare così a metter in luce l’identità vera: “io voce di uno che grida nel deserto”.
Una voce che rimanda a una Parola, a un altro. Lui è voce. Solo Dio è la Parola. E la sua voce è prestata alla Parola per far risuonare nel deserto l’annuncio che “in mezzo a voi c’è uno che non conoscete”, c’è la luce che può ridare splendore e bellezza, gioia e senso alla nostra vita.
La figura di Giovanni, in questa domenica, diventa un riferimento anche per tutti noi cristiani. Guardando a lui siamo chiamati a ripensare la nostra identità e missione dentro il mondo in cui viviamo oggi.
“Venne un uomo…”. Quell’uomo siamo tutti noi. Uomini e donne mandati e chiamati per nome. Non per fare lamenti e continue rimostranze su ciò che non va; non per giudicare e condannare chi fa diverso da noi, ma solo per indicare una luce, per indicare quel Gesù che ancora oggi è in mezzo a noi e che ancora non conosciamo, facciamo fatica a riconoscere ed accogliere.
Ecco chi siamo. Impariamo da Giovanni ad evitare il curriculum dei nostri meriti, delle nostre capacità, della presunzione di essere chi sa chi e con umiltà presentiamoci in mezzo alla gente semplicemente come voce, come richiamo, come semplice segnale che rimanda ad altro, che indica qualcun altro da cui anche noi ricaviamo luce, significato, vita.
Testimoni di luce. Una luce nascosta tra le tenebre della nostra storia faticosa di oggi. Una luce da scovare in mezzo a tanta oscurità. Insieme a tanti nostri fratelli e sorelle, credenti o meno, facciamoci tutti ricercatori del Nascosto, ricercatori di una luce che possa ridare lineamenti di speranza e di vita al nostro tempo.
Facciamolo non con la presunzione di sapere già dov’è e chi è questa luce. Ma con l’umiltà di chi non ha ancora finito di cercare. Di chi sa che “c’è uno che ancora non conosciamo” e che noi per primi dobbiamo sempre cercare, sempre più conoscere e seguire.
Mettiamoci alla scuola della Sua Parola e solo così saremo indirizzati sulle strade della luce, perché solo la sua Parola “è luce ai nostri passi”. Mettiamoci in ascolto della Sua Parola e solo allora potremo essere “voce che grida” oggi la sua Presenza e testimonia la gioia che nasce in chi lo cerca.
Gioia perché la Parola ci dice che su di lui “è lo Spirito del Signore”, ed è stato “mandato per portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”, a liberarci da ogni schiavitù. Per questo “io gioisco pienamente nel Signore, perché mi ha rivestito di salvezza, mi ha avvolto di giustizia” mi ama come di un amore sponsale.
Cristiani ricercatori del Nascosto. Cristiani testimoni di luce.
Cristiani portatori di gioia. Quella gioia che nasce da una Presenza scoperta, da una luce ritrovata.
Viviamo questa nostra identità e missione così come Paolo ci suggerisce: “Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie… Non spegnete lo Spirito (ogni spiraglio di luce ovunque si manifesti). Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male”…e “così risplenda la vostra luce in mezzo agli uomini perche vedano le nostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli.”.

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