Un brano, due parti.
Gesù che chiede chi è Lui per ciascuno di noi suoi discepoli.
Gesù che ci dice chi siamo noi per lui.
La prima domanda chiama in gioco più il cuore che la mente. Non si tratta tanto di dare la rispostina giusta al “Voi chi dite che io sia?” bensì di esprimere tutta la passione, l’amore, l’adesione a Lui. E Pietro ci riesce. Dando sia la risposta giusta ed esprimendo con essa quell’amore che lo ha portato a lasciare reti e barche riconoscendo in Gesù il Dio con noi.
La mia, la nostra che risposta è alla domanda che oggi risuona qui per ciascuno? Quanto conto per te? Che posto ho, che importanza ho nella tua vita?
La seconda parte del brano presenta Gesù che dice a Pietro chi è per Lui. “Beato sei tu Simone. Io ti dico tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”.
Non solo. Seguono gli strumenti adatti per questa costruzione: chiavi per legare e sciogliere. Gesù fa di Pietro e dei suoi discepoli pietre di un edificio spirituale, la chiesa, assemblea chiamata a radunare tutte le genti.
Aderendo a Gesù ci sentiamo anche noi riconosciuti e chiamati ad essere pietre vive, quanto meno sassolini necessari per edificare questa famiglia che nel mondo apre le porte ad ogni uomo. Le chiavi che Lui ci dona sono le sue parole di misericordia, di pace, di amore e di giustizia con le quali creare legami di bontà e sciogliere i nodi dell’indifferenza, dell’odio, del male.
Ci sentiamo parte viva della chiesa, chiamati in questa opera di misericordia che permette di legare a Cisto e di sciogliere da ogni male fratelli e sorelle che incrociamo nel nostro cammino?
Chi sono io per te. Chi sei tu per me.
Questa è la vita cristiana: il rinnovare ogni giorno questa relazione d’amore. Incontro, adesione a Gesù per edificare con Lui nella storia la sua chiesa, la famiglia dei figli di Dio che costruisce nel tempo quel regno di fraternità e di pace, di verità e giustizia verso il quale l’umanità intera, consapevole o meno, è in cammino.