“Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Bastano queste parole per dire tutto l’amore di Dio per noi. Parole che evidenziano l’unica grande vocazione alla quale tutti siamo chiamati: la vocazione alla vita, a una vita abbondante, significativa, realizzata.
Davanti a questa chiamata tuttavia dobbiamo interrogarci e chiederci: cosa e chi mi fa vivere sempre meglio? cosa e chi invece mi inganna e distrugge la mia vita? Negli Atti degli Apostoli, la gente si chiede: «cosa dobbiamo fare?». Pietro li invita a farsi battezzare, cioè a immergersi pienamente nella vita nuova che Gesù ci dona, a entrare in relazione profonda con Lui.
Infatti la vita abbondante e piena dipende dalle relazioni che costruiamo e viviamo. Gesù parla chiaro infatti. Ci sono relazioni che sono come “ladri e briganti” che ci ingannano; entrano nella nostra vita con astuzia e creano scompiglio, portano divisione, tolgono la pace dal cuore. Queste persone o cose non entrano dalla porta, cioè apertamente ma come ladri con astuzia vengono ad occupare la nostra mente, i nostri pensieri e infine le nostre scelte, fino a diventare loro i padroni, riducendoci a schiavi del loro volere. Se ci fermiamo a riflettere riusciamo sicuramente a dare un nome e un volto a questi “ladri”: a volte persone reali che ci ingannano e ci spingono a scelte disoneste, al male e alla maldicenza, altre volte si tratta di cose o atteggiamenti: brama di possedere, orgoglio, egoismo, se non violenza e cattiveria. Non sono certo queste relazioni che possono donarci una vita bella; anzi lentamente la frantumano e distruggono, portandoci a una vita assurda e vuota.
Sempre con chiarezza Gesù afferma invece che lui vuole entrare nella nostra vita, in relazione con noi, non con inganno ma dalla porta; perché lui non è ladro, ma “pastore”, perché “chi entra dalla porta è il pastore”. Per questo porta pace, pienezza e armonia di vita. Non si fa padrone, ma custode, rendendoci così figli liberi e amati. Come e quando avviene questo? Quando ”ascoltando la sua voce” e “seguendo le sue orme” facciamo spazio a Lui nella nostra vita come si fa spazio a un amico, a una persona amata. Più rafforziamo la relazione con lui e più la nostra vita cresce, si rafforza, si unifica, si fa bella e feconda.
Non solo: Lui “pastore e custode delle nostre anime” che ci conosce per nome ci “conduce fuori”, dice il vangelo, anzi “spinge fuori”. Fuori da ogni recinto e chiusura, perché sa bene che non si può avere vita abbondante se ci si chiude in se stessi e nei propri recinti. Così facendo si soffoca, ci si impoverisce, si diventa sterili. Ecco perché “spinge fuori”, invita a uscire da ogni recinto mentale, di gruppo o di casta, di idee. Quanti recinti innalziamo pensando di salvarci, difenderci, custodirci, ma di fatto questi recinti ci isolano, ci chiudono, ci impoveriscono. Anche nelle nostre comunità: il recinto della propria piccola parrocchia, il recinto di tradizioni e usanze vissute senza più convinzione; il recinto fatto di calcoli, di critiche, di giudizi che ci chiudono gli uni agli altri.
Se vogliamo la vita in abbondanza occorre lasciar entrare Gesù per poi con Lui diventare chiesa, capaci di relazioni fraterne e pronti a uscire verso gli altri, verso il mondo, verso ogni uomo e donna per camminare insieme e, portare frutti abbondanti di vita. La vocazione-relazione con Gesù si compie nella relazione con gli altri, nella chiesa e nel mondo. “Nella Chiesa, scrive papa Francesco nel messaggio per questa giornata, siamo tutti servitori e servitrici, secondo diverse vocazioni. La vocazione al dono di sé nell’amore, comune a tutti, si dispiega e si concretizza nella vita dei cristiani laici e laiche, impegnati a costruire la famiglia come piccola chiesa domestica e a rinnovare i vari ambienti della società con il lievito del Vangelo; nella testimonianza delle consacrate e dei consacrati, donati tutti a Dio per i fratelli e le sorelle come profezia del Regno di Dio; nei ministri ordinati (diaconi, presbiteri, vescovi) posti al servizio della Parola, della preghiera e della comunione del popolo di Dio. Solo nella relazione con tutte le altre, ogni specifica vocazione nella Chiesa viene alla luce pienamente con la propria verità e ricchezza. In questo senso, la Chiesa è una sinfonia vocazionale, con tutte le vocazioni unite e distinte in armonia e insieme “in uscita” per irradiare nel mondo la vita nuova del Regno di Dio”.
Perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza