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domenica 26 giugno 2022

X° Incontro mondiale delle famiglie.

Stralci dal discorso di Papa Francesco (22 giugno 2022):

 

Il mio incoraggiamento è anzitutto proprio questo: partire dalla vostra situazione reale e da lì provare a camminare insieme: insieme come sposi, insieme nella vostra famiglia, insieme alle altre famiglie, insieme con la Chiesa. Penso alla parabola del buon samaritano, che incontra per strada un uomo ferito, gli si fa vicino, si fa carico di lui e lo aiuta a riprendere il cammino. Vorrei che proprio questo fosse per voi la Chiesa! Un buon samaritano che si fa vicino, vicino a voi e vi aiuta a proseguire il vostro cammino e a fare “un passo in più”, anche se piccolo. E non dimenticare che la vicinanza è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è lo stile di Dio.

Provo a indicare questi “passi in più” da fare insieme, riprendendo le testimonianze che abbiamo ascoltato.

1.Un passo in più” verso il matrimonio. Non ci si sposa per essere cattolici “con l’etichetta”, per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa o per fare una festa; no, ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull’amore di Cristo, che è saldo come una roccia. Nel matrimonio Cristo si dona a voi, così che voi abbiate la forza di donarvi a vicenda. Coraggio, dunque, la vita familiare non è una missione impossibile! Con la grazia del sacramento, Dio la rende un viaggio meraviglioso da fare insieme a Lui, mai da soli.

2. “Un passo in più” per abbracciare la croce. La verità della croce come dono di sé; che il Signore sostenga e renda feconda ogni croce che le famiglie si trovano a portare.

3. “Un passo in più” verso il perdono. In ogni matrimonio ci sono le crisi: dobbiamo dircelo, dobbiamo svelarlo e andare sulla strada per risolverla.

Il perdono, fratelli e sorelle, il perdono risana ogni ferita; il perdono è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia e la famiglia intera quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui. 

4. “Un passo in più” verso l’accoglienza. In famiglia si vive una dinamica di accoglienza, perché anzitutto i coniugi si sono accolti l’un l’altro, come si sono detti a vicenda il giorno delle nozze: “Io accolgo te”. E poi, mettendo al mondo i figli, hanno accolto la vita di nuove creature. E mentre nei contesti anonimi chi è più debole viene spesso rigettato, nelle famiglie, invece, è naturale accoglierlo: un figlio con disabilità, una persona anziana bisognosa di cure, un parente in difficoltà che non ha nessuno...

5. “Un passo in più” verso la fratellanza. Vivendo assieme a chi è diverso da me, in famiglia s’impara ad essere fratelli e sorelle. S’impara a superare divisioni, pregiudizi, chiusure e a costruire insieme qualcosa di grande e di bello, partendo da ciò che ci accomuna. 

 

Cari amici, ogni vostra famiglia ha una missione da compiere nel mondo, una testimonianza da dare. Noi battezzati, in particolare, siamo chiamati ad essere «un messaggio che lo Spirito Santo trae dalla ricchezza di Gesù Cristo e dona al suo popolo» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 21).

Per questo vi propongo di farvi questa domanda: qual è la parola che il Signore vuole dire con la nostra vita alle persone che incontriamo? Quale “passo in più” chiede oggi alla nostra famiglia? Alla mia famiglia: ognuno deve dire questo. Mettetevi in ascolto. Lasciatevi trasformare da Lui, perché anche voi possiate trasformare il mondo e renderlo “casa” per chi ha bisogno di essere accolto, per chi ha bisogno d’incontrare Cristo e di sentirsi amato. 

 


 

sabato 18 giugno 2022

"Ecco io sono con voi" - Solennità del Corpo e Sangue del Signore Gesù.

 

Sempre con noi mediante la santa Eucaristia, 


sempre con noi mediante la tua grazia,
sempre con noi mediante la tua provvidenza
che ci protegge senza interruzione,
sempre con noi mediante il tuo amore...
O mio Dio, quale felicità! Quale felicità!
Dio con noi. Dio in noi.
Dio nel quale ci muoviamo e siamo...
O mio Dio, che cosa ci manca ancora?
Quanto siamo felici!
«Emmanuele, Dio-con-noi»,
ecco per così dire la prima parola del Vangelo...
«Io sono con voi fino alla fine del mondo»,
ecco l'ultima.
Quanto siamo felici! Quanto sei buono...
La santa Eucaristia è Gesù, è tutto Gesù!
Nella santa Eucaristia tu sei tutto intero,
completamente vivo, o mio beneamato Gesù,
così pienamente come lo eri
nella casa della Santa Famiglia di Nazareth,
nella casa di Maddalena a Betania,
come lo eri in mezzo ai tuoi apostoli...
Allo stesso modo tu sei qui,

o mio Beneamato e mio tutto...
E facci questa grazia, o mio Dio,
non a me soltanto ma a tutti i tuoi figli,
in te, per mezzo di te e per te:
«Dacci il nostro pane quotidiano»,
dallo a tutti gli uomini,
questo vero pane che è l'Ostia santa,
fa' che tutti gli uomini l'amino,
lo venerino, l'adorino,
e che il loro culto universale
ti glorifichi e consoli il tuo Cuore.
Amen 

Charles de Foucauld

domenica 12 giugno 2022

"Un progetto politico" - Solennità della Santissima TRINITA'

 

Dio: nome proprio di persona…plurale!

Gesù nel vangelo ci parla di un Dio plurale: parla di sè, del Padre, dello Spirito.

Un Dio relazione di persone e che proprio attraverso l’opera dello Spirito “guida” anche noi affinchè entriamo in relazione con loro. “Lo Spirito vi guiderà… prenderà del mio e ve lo annuncerà… tutto quello che il Padre possiede è mio..”

Paolo nella 2 lett. afferma che lo Spirito riversa nei nostri cuori l’amore di Dio, così che siamo da Lui abitati.

Trinità è il termine che la chiesa da sempre ha usato per indicare un Dio che non sta solitario e lontano, ma è amore che si comunica, che entra in relazione.

Gesù ci ha rivelato che Dio è amore: è Padre Creatore misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata (di cui ci ha detto la prima lettura), morto e risorto per noi; è Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la pienezza. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. “Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica” (Benedetto XVI)

Credere in Dio è per noi cristiani credere nell’Amore sorgente e fine di tutto.

Credere in Dio è riconoscere che noi siamo stati pensati, creati a Sua immagine (Salmo: che cosa è l’uomo? L’hai fatto poco meno di un Dio). E se Dio si realizza solo nella comunione, così sarà anche per l’uomo. Aveva detto in principio: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza». Non solo a immagine di Dio: molto di più! L’uomo è fatto a somiglianza della Trinità. Ad immagine e somiglianza della comunione, di un legame d’amore, mistero di singolare e plurale.

In Dio, Padre, Figlio e Spirito vediamo realmente cosa significa amare. La Trinità diventa scuola di carità, di amore, diventa progetto politico per costruire relazioni autentiche che promuovano dialogo, incontro, fratellanza, pace.

Nella Trinità vediamo un amore che non si chiude su se stesso, che non si impone sull’altro, che non esclude il diverso, che si espande e si dona in perdita, gratuitamente.

Ecco perché la Trinità può e deve diventare modello per le nostre relazioni

“Come cambierebbe il mondo se nelle famiglie, nelle parrocchie e in ogni altra comunità i rapporti fossero vissuti seguendo sempre l’esempio delle tre Persone divine”.

Trinità dunque non mistero inspiegabile, ma progetto di vita, progetto di relazioni; in essa possiamo vedere il progetto di come edificare la società stessa, la Chiesa.

In essa comprendiamo che la diversità è ricchezza e attraverso il dialogo genera armonia, comunione, unità.

Lì percepiamo che il donarsi è lo specifico del vero amore; quel donarsi che chiede accoglienza dell’altro, apertura.

Comprendiamo che le persone della Trinità “ognuna vive non solo con l’altra, ma per l’altra e nell’altra!”; solo così possono nascere relazioni profonde, nuove, capaci di rinnovare le nostre famiglie, le nostre comunità.

Credere in Dio Amore chiede allora a noi cristiani di lasciarci conformare al suo stesso Amore e manifestarlo, diffonderlo attraverso una vita capace di relazioni autentiche e aperte con tutti diventando sempre più “sua immagine e somiglianza”, seguendo l’uomo nuovo Gesù Cristo, per edificare il mondo a immagine della Trinità.

domenica 5 giugno 2022

"Il vento dello Spirito che porta la libertà" - PENTECOSTE

 

Lo Spirito Santo, il misterioso cuore del mondo, il vento sugli abissi, l’Amore in ogni amore, è Dio in libertà, un vento che porta pollini dove vuole primavere, che non lascia dormire la polvere, che si abbatte su ogni vecchia Gerusalemme. Dio in libertà, che non sopporta statistiche, che nella vita e nella Bibbia non segue mai degli schemi. Libero e liberante come lo è il vento, la cosa più libera che ci sia, che alle volte è una brezza leggera, alle volte un uragano che scuote la casa; che è voce di silenzio sottile, ma anche fuoco ardente chiuso dentro le ossa del profeta (Ger 20,9). Pentecoste è una festa rivoluzionaria di cui non abbiamo ancora colto appieno la portata. Lo Spirito «vi insegnerà ogni cosa »: lui ama insegnare, accompagnare oltre, far scoprire paesaggi inesplorati, portare i credenti a vivere in «modalità esplorativa», non come esecutori di ordini, ma come inventori si strade. Lo Spirito è creatore e vuole discepoli geniali e creatori, a sua immagine. Vento che non tace mai, per cui ogni credente ne è avvolto e intriso, così che ognuno ha tanto Spirito Santo quanto ne hanno i pastori. Infatti «il popolo di Dio, per costante azione dello Spirito, evangelizza continuamente se stesso» ( Evangelii Gaudium 139). Parole come un vento che apre varchi, porta sentori di nuove primavere. Il popolo di Dio evangelizza se stesso, continuamente. Una visione di potente fiducia, in cui ogni uomo e ogni donna hanno dignità di profeti e di pastori, ognuno un proprio momento di Dio, ognuno una sillaba del Verbo, tutti evangelisti di un proprio «quinto evangelio», sotto l’ispirazione dello Spirito. Verrà lo Spirito, vi riporterà al cuore tutto di Gesù, di quando passava e guariva la vita, e diceva parole di cui non si vedeva il fondo. Ma non basta, lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera: apre uno spazio di conquiste e di scoperte; vi insegnerà nuove sillabe divine e parole mai dette ancora. Sarà la memoria accesa di ciò che è accaduto «in quei giorni irripetibili» e insieme sarà la genialità, per risposte libere e inedite, per oggi e per domani. Lévati o remoto Spirito/ candida già freme/ alta/ la vela (Davide M. Montagna). Una vela e il mare cambia, non è più un vuoto in cui perdersi o affondare. Basta che sorga una vela, alta a catturare il soffio dello Spirito, per iniziare una avventura verso nuovi mari, verso isole intatte, dimenticando il vuoto. E da là dove ti eri fermato, lo Spirito libero e liberante di Dio ti farà ripartire, mentre continua a compiere nella Chiesa la stessa opera che ha compiuto con Marco, Luca, Matteo, Giovanni: continua a far nascere evangelisti. E a farli navigare nel suo Vento.

 

(Letture: Atti 2,1-11; Salmo 103; Lettera ai Romani 8,8-17; Giovanni 14,15-16.23b-26)

 

di E.Ronchi (da Avvenire)